Il Messaggero (M. Ferretti) – Szczesny da una parte e pallone dall’altra. È cominciata così la partita e, a ben vedere, non poteva cominciare peggio. Roma in svantaggio dopo meno di quattro minuti e, come si dice in questi casi, gara tutta in salita. Ma anche con il tempo per recuperare, per non arrendersi al calcio di rigore del Chicharito. A patto di avere la testa e le gambe, oltre che il gioco, per farlo. Terzo impegno in Champions e per la terza volta Roma sotto: era accaduto già contro Barcellona e Bate Borisov, con bilancio finale di un pareggio e una sconfitta. Allargando il discorso al campionato, la Roma alla BayArena è andata in svantaggio per la quinta volta (anche Verona, Sassuolo e Sampdoria avanti). Insomma, undici impegni e circa la metà vissuti in affanno, con il dovere e il batticuore di rimontare il risultato. Non un pregio, chiaro. Questione di approccio sbagliato o cos’altro? Complicato (apparentemente) stabilirlo. Ad osservare con un minimo di attenzione la seconda (e poi la quarta…) rete del Bayer, invece, ecco la spiegazione: povertà tecnica e tattica in fase difensiva degli uomini di Rudi Garcia.
CAUSE E COLPEVOLI – Con la compartecipazione negativa dell’allenatore francese, poco avvezzo – raccontano da Trigoria – all’addestramento quotidiano quando si tratta di provare e riprovare gli schemi per non beccare gol. Non è un caso, del resto, che la squadra giallorossa in undici appuntamenti stagionali soltanto una volta, a Frosinone, è riuscita a mantenere la propria porta inviolata. Approccio sbagliato, dunque? Macché. Povertà tecnica e tattica, lo ripetiamo. Se non altro, dopo aver beccato tre gol nella prima mezzora di gioco in Bielorussia, la Roma a Leverkusen è riuscita nell’impresa di non farsi ancora ridere dietro per lo stesso motivo. Arrivando a pareggiare il conto con Capitan 501 e poi a passare in vantaggio con l’ennesima magia di Pjanic prima del sigillo di Iago Falque. E anche della clamorosa rimonta dei padroni di casa, supportata dagli errori grossolani dei giallorossi. Gli orrori difensivi che la Roma ha prodotto in avvio e alla fine della partita sono gli stessi di un anno, sei mesi, un mese fa. Brutto, pessimo segno. Possibile che questa squadra, che può far gol contro chiunque (4 in trasferta in Champions non sono pochi…), sia costretta sistematicamente a subire da tutti, avversari più o meno forti? La pirotecnica sfida contro gli uomini di Schmidt ha dimostrato/confermato che nella rosa della Roma ci sono valori tecnici importanti, molto importanti. Solo che c’è bisogno di una vistosa, e non più rinviabile, crescita tattica nella fase di non possesso. Cosa ne pensa, monsieur Garcia?