Il Messaggero (G. Lengua) – José Mourinho gli aveva dato fiducia, quel gol contro la Real Sociedad segnato tre giorni prima è stato pesantissimo. Marash Kumbulla così si era guadagnato il posto da titolare contro il Sassuolo. Allo scadere dei primi 45 minuti, l’arbitro aveva assegnati due di recupero.
C’è una mischia in area, Rui Patricio per prendere il pallone si scontra con Berardi che cade a terra, Kumbulla si trova esattamente sopra l’attaccante del Sassuolo e riceve un calcio, non si capisce quanto volontario.
Il centrale albanese risponde con aggressività e gliene rifila un altro, più evidente. Berardi urla, si lamenta e Fabbri interrompe il gioco. Scoppia una rissa, Smalling con la fascia di capitano incolpa l’attaccante del Sassuolo, Spinazzola lo spalleggia, Kumbulla viene preso a spintoni e l’arbitro, dopo averla sedata, si reca al Var per valutare il fatto. Sui monitor gli viene mostrata solo la reazione di Kumbulla e non il calcio di Berardi che ha scaturito la reazione sconsiderata.
Per questo il direttore gara estrae il cartellino rosso e concede il calcio di rigore che il centravanti segna portando il Sassuolo sul 3-1. “Mi ha dato un calcio prima lui e dai il rosso a me?”, è il labiale dell’albanese che non basta a fargli cambiare idea. Evidentemente è stato giudicato influente da chi ha il compito di mostrare le immagini all’arbitro in campo. Questo non esclude che la reazione del centrale romanista è stata ingenua, specialmente in un momento della partita così delicato.