La Repubblica (M. Carta) – Un commando composto da ultras della Lazio legati alla destra estrema e giovani leve della Nord, ansiose di mettersi in mostra di fronte ai capi. Era la notte del 10 gennaio quando in quattro, al termine del derby di Coppa Italia, fecero irruzione nel Clover pub di viale Angelico, frequentato dai romanisti, con un unico obiettivo: dare un segnale alla tifoseria avversaria che un’ora prima aveva tentato un’agguato a Ponte Milvio, punto di ritrovo degli ultras della Lazio. A pagare per la ritorsione ultras furono due persone che non c’entravano nulla. I quattro laziali, infatti, si accanirono su due tifosi romanisti a caso. Il giovane sommelier Francesco Leuzzi e il titolare del locale.
A distanza di tre mesi i presunti responsabili dell’agguato sono stati individuati dalla Digos di Roma diretta da Antonio Bocelli e ora sono sotto indagine per tentato omicidio. A guidare il gruppo sarebbe stato Lorenzo Bernabei, giovanissimo ma già storico tifoso biancazzurro, che si fece conoscere il 15 maggio 2019 quando gli ultras della Lazio diedero fuoco a un’auto dei vigili urbani durante gli scontri per la finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta. Insieme a lui, lo scorso 10 gennaio c’era Simone De Castro, coinvolto in passato in scontri da stadio. Fedina immacolata invece per gli altri due protagonisti: Camillo Gian Marco, studente della Lumsa, ed Enea Bianchini.