Dieci anni contro uno non si possono paragonare. Anche se in quell’unica stagione ci sono state delle emozioni, anche bei ricordi.
«Ma non scherziamo, non si può paragonare una vita con una bella parentesi», dice Roberto Pruzzo, il bomber, l’uomo dei 106 gol giallorossi. Pruzzo chiuse la carriera a Firenze, stagione ’88-89, segnando il suo ultimo gol proprio alla Roma, nello spareggio di Perugia per accedere alla Coppa Uefa.
Pruzzo, che ricordi ha di quel pomeriggio.
«Faceva un caldo terribile. Segnammo subito, poi la Roma attaccò tutta la partita. Ma era scritto dovesse andare così».
A più di 20 anni di distanza, dispiaciuto per quel gol.
«Diciamo che è una partita che non mi va di ricordare. Quell’anno giocai pochissimo, 13 gare, ma non so se arrivai a 90 minuti in tutto. Davanti avevo due campioni e due amici come Borgonovo e Baggio. Alla Fiorentina passai un bell’anno, c’era anche Dunga, una gran bella squadra».
E stavolta che partita sarà?
«Incasinata e molto difficile per entrambe. Sinceramente, non so chi ci arriva peggio».
In che senso?
«A Firenze c’è un’aria particolare, gente che vuole andare via, una situazione incandescente. Ma anche la Roma è in un momento particolare, si sta costruendo, ma non ha ancora molte certezze. A leggere i nomi sono due squadre forti, ma a livello psicologico mi sembra che abbiano molti problemi».
Luis Enrique e Delio Rossi si sono contesi la panchina giallorossa. Che sfida li attende?
«Il lavoro di Delio Rossi con i viola è appena iniziato, ci vuole tempo. Lo stesso tempo che darei ancora allo spagnolo, nonostante abbia iniziato 4 mesi fa. Non ha ancora il controllo totale della situazione, ma cambiando 12 giocatori c’era da aspettarselo. Se prendi uno come lui, devi saper anche aspettare».
Il caso-Osvaldo come è stato gestito dalla Roma?
«Se la linea della società è questa, penso bene, anche se penalizza la squadra, visto che le toglie forse il giocatore in questo momento più in forma».
Dopo Firenze, per la Roma ci saranno anche Juventus e Napoli. È un ciclo decisivo?
«Sono tre gare che vanno gestite bene. Non saranno decisive, ma è chiaro che servono anche i risultati. La piazza ha pazienza, ma non in eterno».
Rientra capitan Totti.
«La rinascita della Roma passa inevitabilmente dal suo rientro. La Fiorentina ha ottimi giocatori, ma che subiscono la pressione. E avere Totti contro pesa sempre nella testa degli avversari».
Sono gli esterni difensivi il vero punto debole della Roma?
«Forse l’intero blocco della difesa, nel senso che la filosofia di Luis Enrique è vincere con un gol in più e quindi pensa a questo. Certo, se poi fai la gara di Udine, tenendo gli esterni a freno…».
Montolivo e De Rossi, due fari in scadenza di contratto.
«Ma sono due situazione diverse. Montolivo la vive con grande difficoltà, Daniele mi sembra di no. Lui deve essere la continuità della Roma, anche se nel calcio non si può escludere niente».
Per chiudere, Pruzzo per chi farà il tifo?
«Per chi giocherà meglio. E mi auguro che sia la Roma».
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese