Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – Roberto Pruzzo ha compiuto 69 anni il giorno di Pasquetta. E stato il centravanti della Roma del secondo scudetto, 138 gol in maglia giallorossa, per i tifosi è rimasto il “Bomber“. Di derby ne ha vissuti tanti, in un’epoca nella quale la Roma era quasi sempre davanti alla Lazio. Per la sfida di oggi vede un certo equilibrio.
Pruzzo, che derby sarà?
“Sarebbe positivo non perdere questo derby, ma se lo vinci rimetti a posto tutto. Tenuto conto degli impegni di questo periodo, sarà una rottura di scatole, cone al solito. La Roma deve fare di tutto per vincere la partita, anche se qualche calcolo lo potrebbe anche fare, considerato poi che c’è il doppio impegno di Europa League con il Milan”.
Con De Rossi la Roma ha ritrovato slancio, ma nelle ultime partite c’è stata una flessione.
“Penso che la squadra ha avuto una motivazione forte, che è durata anche dopo il primo impatto, che di solito è sempre positivo. l’ha mantenuta anche dopo, ma forse nelle ultime partite la squadra è un po’ stanca. Qualche giocatore ha avuto benefici dal cambio allenatore. Paredes sta giocando un po’ più veloce, El Shaarawy giocava meno ma risolveva partite anche quando entrava nel finale. I calciatori hanno risposto in modo positivo alle sollecitazioni di un tecnico giovane arrivato con grandi motivazioni”.
La Roma può ancora farcela a puntrar il traguardo della Champions?
“Può farcela, soprattutto se i posti saranno cinque. La squadra vale il quinto, sesto posto come negli ultimi anni, anche se ha il valore aggiunto nei due giocatori davanti (Dybala e Lukaku, n.d.r) che non ha nessuno. Adesso viene il difficile, ma può farcela. L’Atalanta è una squadra forte, ma potrebbe distrarsi con il Liverpool in Europa League. Poi c’è il Bologna che non si ferma”.
Il derby è sempre una partita speciale, ma per te la vera rivale era la Juventus.
“In quegli anni avevamo l’obiettivo di battere la Juventus, il derby era una bella sfida ma restava sempre nel Grande Raccordo Anulare. C’era anche allora molta pressione per i romani che giocavano con me, io venivo da Genova e lo sentivo meno. La Juve era diventata la rivale di riferimento, forse la partita più attesa era quella”.
Quali erano i giocatori che la sentivano di più?
“Bruno (Conti, n.d.r) e Giannini lo sentivano molto, come è giusto che sia, anche dall’altra parte D’Amico e Giordano, che conoscevo bene, erano amici”.
Poi Di Bartolomei.
“Agostino non ti dava mai l’impressione di lasciar trasparire le sue emozioni. Era nato con l’idea di vincere il derby da capitano”.
La Roma con Mourinho ha perso tanti derby.
“Bisogna cambiare rotta, io ne ho vinti diversi e ne ho persi pochi. Ne ricordo uno nel quale eravamo molto più forti ma D’Amico fece grandi cose ed eravamo sotto 2-0, alla fine riuscimmo a pareggiare”.
E stavolta?
“È sempre difficile fare un pronostico nel derby, chi ci arriva da favorito sente la pressione, non saprei dire. Entrambi gli allenatori sono nuovi, vorranno fare bella figura, ma poi decidono i giocatori”.
I due centravanti non attraversano un gran momento.
“Immobile è in una fase delicata della carriera, ma sono pericolosi questi gioca tori quando si avvicinano alla fine, hai l’orgoglio e la forza interiore, anche per me è stato così. Diffido molto dai giocatori considerati sul viale del tramonto. Lukaku all’inizio giocava sempre, ora ha bisogno di rifiatare. È un giocatore che deve stare in forma al cento per cento per esprimere le sue qualità”.