Corriere dello Sport (R. Maida) – Roberto Pruzzo ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. L’ex centravanti della Roma ha parlato ovviamente dell’attuale punta giallorossa: Tammy Abraham. Di seguito le parole di O’Rey di Crocefieschi, da bomber a bomber.
Bomber, che centravanti è Abraham?
Un attaccante completo, un ottimo acquisto. Sta dimostrando il suo valore, dopo un periodo fisiologico di adattamento al nostro calcio: non è mai facile per uno straniero capire la Serie A. E lo è ancora meno per un inglese. Non lo conoscevo, mi sta conquistando.
La sensazione è che non abbia ancora espresso tutto il suo potenziale.
Certamente, ha ancora margini di miglioramento. Vedo in lui un paio di limiti.
Il primo.
Gioca un po’ troppo per sé.
Beh, lo fanno tutti i grandi centravanti.
Frena, io ero una manna per la squadra. Con me hanno sempre segnato tanto i centrocampisti, in questo può crescere.
L’altro difetto?
Tende a demoralizzarsi se sbaglia una giocata. Deve stare più tranquillo in campo. C’è invece una cosa che mi piace: sembra fragile a livello fisico, cade spesso, eppure si rialza sempre. Significa che è un combattente.
Ha segnato già 17 gol. Mica male.
Questo è un dato che conta. Però bisogna ammettere che adesso per tutti gli attaccanti è molto più facile segnare rispetto ai miei tempi. Sono cambiati i difensori, sono cambiate le regole, ci sono più rigori.
Abraham non ne ha tirato ancora neanche uno.
Beh, allora dovrebbe cominciare a batterli.
Non gli è stato concesso: ci sono delle gerarchie.
Senti, io quando sono arrivato alla Roma avevo davanti Agostino Di Bartolomei. Ma se avevo bisogno di gol, i rigori mi venivano concessi. A volte per un attaccante può essere decisivo segnare per l’autostima. Quindi consiglio ad Abraham di chiedere a Mourinho di batterne. Lo aiuterà.
A proposito di Mourinho, come giudica il suo impatto con la Roma?
José è l’unico che può portare la Roma in alto. L’ho sposato fin dal primo giorno e confermo le mie idee. Entro un anno sarà pronto per sfidare le big del campionato.
E oggi cosa dobbiamo attenderci?
Aspetto delle conferme dopo la vittoria di Empoli. Solo tre giorni avevamo visto quel bruttissimo primo tempo contro il Lecce. Con l’altalena di prestazioni non vai lontano. Serve più concretezza non solo tra una partita e l’altra, ma anche dentro alla stessa partita. Finora la squadra ha la classifica che si merita.
Per la Champions League è tardi?
Beh, è dura. Ma il quarto posto non è così lontano. Mancano 15 partite, la Roma deve provare a risalire.
E le coppe?
La Coppa Italia dev’essere un obiettivo anche se c’è l’ostacolo Inter. Magari loro saranno distratti dagli altri obiettivi. E la Coppa Italia è un trofeo serio.
Non come la Conference League?
Dico la verità, a me non piace per niente. Tra le due coppe conta più quella italiana. Ma se alla fine della stagioni infili un titolo internazionale in bacheca, può anche essere piacevole…