Il Corriere Dello Sport (B.Bartolozzi)– Il protocollo per la ripresa dell’attività sportiva, preparato dalla Federazione medico sportiva, è arrivato con forza e autorevolezza. Le condizioni di sicurezza degli atleti sono altissime e difficilmente si potrebbe fare di più nelle condizioni attuali, ma il protocollo contiene anche un testo di preciso indirizzo: il calcio deve ricominciare insieme al Paese. Non prima, senza corsie preferenziali e con le stesse regole. Gli esami indicati per la ripresa delle attività sono complessi, innanzitutto gli atleti verranno divisi in due, chi ha contratto il virus e chi no. Per tutti ci sarà il tampone, per i negativi anche il test seriologico per stabilire la presenza di immunoglobine. La serie di esami previsti comporta due problemi: il costo e l’immediatezza della risposta. Si parla di almeno duemila euro per poter rimettere in moto ogni singolo componente, senza contare l’igienizzazione e la messa a norma di spogliatoi, impianti, alberghi, mense, strumenti di trasporto. Difficile, in questa visione, una ripresa degli allenamenti prima di maggio e una via al campionato prima di giugno.