La Gazzetta dello Sport (N.Cecere) – Apre Salah con un mancino di rara bellezza, chiude il Faraone con veemente spaccata: Roma chiama il Cairo, si sente legittimamente la capitale calcistica d’Egitto. Il Sassuolo piange sul latte versato, cioè il rigore spedito in curva (quella presidiata dai tifosi giallorossi: ma quanto cantano!) da bomber Berardi. In un finale al cardiopalmo di una partita sempre viva e interessante, conclusasi con la soddisfazione e i punti chiesti da Spalletti (era da 100 giorni esatti che non si vinceva in trasferta). Ora la pressione è sull’Inter, raggiunta in classifica al quarto posto.
NOVITA’ – La Roma si è schierata in modo inedito, con il falso nove, Perotti (in costante pressione sul regista neroverde Magnanelli), vertice di un rombo di centrocampo che aveva in Keita il protettore della difesa e nell’ispirato Pjanic e nel frenetico Nainggolan le mezzali. Difesa a tre… e mezzo, visto che a Maicon è stato chiesto di togliersi cinque-sei anni di dosso per fare la fisarmonica sulla fascia dovendo pure contenere il peperino Sansone (operazione di svecchiamento pagata dal brasiliano al 31’ con un gol divorato per annebbiamento) e davanti, senza la torre Dzeko, l’ordine di giocare palla a terra. Con Salah che si alternava a El Shaarawy nelle incursioni dalle fasce, aperte sapientemente da Pjanic e dagli spostamenti continui e intelligenti di Perotti. Subito in campo, l’argentino, a 48 ore dal congedo di Marassi e proprio lui, l’instancabile Diego, ha avuto al 94’ la forza fisica e la lucidità per inventarsi l’incursione che permette al Faraone di festeggiare la seconda rete di fila nella nuova vita romana.
PROTAGONISTA – Il protagonista della prima parte è stato Salah, che aveva punito il Sassuolo anche nell’andata e che qui ha aperto la via del successo grazie a una prodezza balistica. Non solo il gol, comunque. Ma pure due assist fra 31’ e 33’ per Maicon ed El Shaarawy, falliti di un soffio. Insomma, chiaro predominio giallorosso. Nella ripresa il Sassuolo (che ha presentato dall’inizio il neo acquisto Trotta) ha cambiato atteggiamento. Si è rivisto il pressing che ne ha caratterizzato l’andata. Szczesny ha effettuato un paio di interventi difficili (Berardi e Acerbi) nel contesto di un assalto lucido e continuo che gli uomini di Spalletti hanno alleggerito con tre contropiede micidiali. Il primo vanificato dall’egoismo di Salah (doveva servire Nainggolan), il secondo da una prodezza di Consigli su staffilata del Faraone destinata all’incrocio e il terzo col raddoppio finale. Nel mezzo l’uscita per affaticamento di Pjanic (poi allegramente stuzzicato da Totti in panca) dopo quella precoce di De Rossi (infortunio). E soprattutto il disperato recupero di Nainggolan su Pellegrini (scuola Roma) che ha causato il rigore del possibile pari, che invece Berardi ha calciato alto. Sì, Roma brava e fortunata.