La Stampa (G. Buccheri) – La prima ed ultima volta che il presidente del Coni Giovanni Malagò parlò di un calcio da mettere sotto tutela fu nel cuore della scorsa estate: in gioco c’erano le elezioni federali e il caos fra le componenti del nostro pallone. Un anno dopo ci risiamo e, stavolta, la cattiva politica o la governance discussa del calcio non c’entrano, se non per un confine limitato, quello della Lega Pro (ex serie C). A occupare i cattivi pensieri di Malagò sono imeccanismi, per certi versi inevitabilmente inceppati, della giustizia sportiva: colpa dell’incrocio delle inchieste sulle scommesse che affollano il tavolo del procuratore federale Palazzi. B e Lega Pro nelmirino Malagò e il presidente della Figc Carlo Tavecchio non sono mai entrati in rotta di collisione,ma il tempo è un cattivo alleato della Figc. «Se non si dovesse partire con i campionati – spiega il numero uno dello sport italiano Malagò – il commissariamento sarà inevitabile…».
Un’uscita forte, quasi inattesa nelmomento in cui lo stesso Tavecchio ed il pm del pallone Palazzi annunciavano il massimo impegno per portare a termine la parte inquirente, e di conseguenza i due gradi di giustizia sportiva, per la data stabilita del via alle stagioni di serie B (21 agosto) e Lega Pro. «Vogliamo arrivare aiprocessi in fretta, per questo – così Tavecchio – farò un provvedimento di abbreviazione dei termini per istituire i provvedimenti sportivi… ». La Federcalcio è in campo con tutte le sue forze, il Coni dà l’ultimatum. «Perchè possa intervenire con una forma di commissariamento – precisa Malagò in un’intervista a Sky Tg24 – devono verificarsi tre o quattro condizioni: irregolarità amministrative e non è questo il caso, il mancato funzionamento della giustizia sportiva e, ad oggi, la Figc ha adottato il nuovo codice, la mancanza Malagò, 56 anni, n.1 del Coni e Tavecchio, 71, della Figc OLYCOM di validità di un sistema elettorale e la Federcalcio ha espresso un vertice, e la mancata partenza dei campionati, questione – continua il presidente del Coni – purtroppo aperta…».
CASI CATANIA E TERAMO La serie A è al riparo, la B in alto mare, la Lega Pro senza il bilancio approvato (ieri la bocciatura della gestione Macalli) e in attesa di nuove elezioni, senza le quali lo stesso Tavecchio avrebbe gli strumenti per intervenire. Malagò rimane alla finestra, con un atteggiamento collaborativo, ma inflessibile: troppe volte il Coni è stato accusato di immobilismo nei confronti del calcio, adesso è ad un passo dall’intervenire qualora non lo facesse Tavecchio. Tutto dipenderà dal tempo: Palazzi si professa ottimista, ieri ha ricevuto le carte da Catania e comincerà dallo stralcio delle posizioni del club etneo e del Teramo, i due casi con in gioco la responsabilità diretta dei club e, quindi, della retrocessione.