La Gazzetta dello Sport (M. Ciriello) – Trappole per non perdere. È questa Napoli-Roma. Sia Antonio Conte che Claudio Ranieri devono vincere, il primo per rimanere in testa, il secondo per rimettere in circolo l’amore prima ancora del calcio: non è solo impazienza di successo personale, è emergenza. Invece, Conte che ha visto il suo blocco di cemento funzionare a intermittenza – bene a Milano con Milan e Inter, male a Napoli con l’Atalanta -, deve spingere sui gol, che mancano.
Romelu Lukaku è apparso come un neon difettoso anche col suo Belgio, meglio di rifinitura e appoggio che nel girarsi verso la porta o proporsi in area e segnare. Non ha ancora smesso di pagare il pedaggio al suo corpaccione rimanendo nel guado tra “avete visto sono tornato a stupire?” e “tornerò a stupire, aspettatemi”. Un po’ quello che passa anche sulle spalle di Artem Dovbyk.
È paradossale che la forza di Ranieri verrà da una caratteristica contiana: l’identità, o almeno la sua ricerca. Ma il Napoli deve superarsi e avere la voglia di farlo. Ha un grande spirito di sacrificio, nei ripiegamenti, nella tenuta, ma – fino ad ora – è apparso una squadra bambina, con un grande limite in attacco. Tra le prime sei è quella che ha segnato di meno, con la seconda migliore difesa dopo quella della Juventus. Ma il Napoli sta lavorando tanto per crescere anche se gioca a sminuirsi, per fortuna è arrivato Gigi Buffon a dire che con Conte il Napoli arriva primo o secondo, togliendo il plaid al suo lavoro di copertura narrativa.