Il Messaggero (A. Dalla Palma) – Non si può proprio dire che questo sia il momento più fortuna­to della sua vita, almeno dal punto di vista sportivo. Come se non ba­stassero le critiche e le contestazio­ni dei tifosi della Roma, ecco che Lorenzo Pellegrini invece di tra­sformare il club Italia nella sua oa­si felice, in cui dimenticare le ama­rezze in giallorosso, lo fa diventare un vero e proprio incubo. Il cartelli­no rosso poco prima dell’intervallo ha cambiato la partita della Nazio­nale, che stava volando sulle sue ali: il genio di Dimarco a sinistra, la capacità intuitiva di Cambiaso a destra e come per magia l’Italia si era portata sul 2-0 quando è avvenuto il fattaccio, di cui Pellegrini si è reso protagonista.

Un fallo, durissimo, su Theate, ex centrale del Bologna, è stato analisi di revisione al Var e quando l’arbitro norvegese Eskas ha osservato con attenzione le im­magini ha estratto il cartellino ros­so ritirando pubblicamente il pre­cedente giallo con cui aveva ferma­to il gioco. Il problema successivo al cartel­lino rosso, che ha costretto l’Italia a giocare in dieci, è che sulla punizio­ne successiva il Belgio ha realizza­to un gol clamoroso, con De Cuyper, che in pratica ha riaperto la contesa che sembrava a senso uni­co.

La possibilità di giocare in Nazio­nale, a Roma, nel suo stadio, era una grande occasione per Pellegri­ni, 36 presenze in azzurro e 6 gol: un week end per dimenticare le amarezze con la Roma, la contesta­zione dei tifosi giallorossi dopo l’e­sonero di De Rossi e le difficoltà di rapporto con il suo popolo che re­stano sorprendenti considerando che Lorenzo è un romano e un ro­manista nell’anima.

Foto: [Claudio Villa]via [Getty Images for FIGC].