Cesare Prandelli già nel 2018 aveva assicurato sul futuro in panchina di Daniele De Rossi. E ora si ‘gode’ la concretizzazione delle sue impressioni dopo averlo allenato sia alla Roma che in Nazionale. L’ex ct ha rilasciato un’intervista a Stefano Carina su ‘Il Messaggero’ per parlare proprio di DDR: “Non era difficile prevederlo. Quando trovi un calciatore che vuole capire, fa domande sulle situazioni tecnico-tattiche, intuisci subito che ha qualcosa in più. Non è usuale trovare un giocatore così maturo che ha una leadership nata ma allo stesso tempo la curiosità di imparare e avere più informazioni possibili. Bastava ascoltarlo e vedere come interpretava il ruolo quando giocava”.
Ora che lo vede allenare, cosa l’ha colpita maggiormente?
“Il fatto che ha rispettato le caratteristiche dei calciatori, posizionandoli nei ruoli dove rendono meglio. Poi è chiaro, quando subentri devi aumentare l’autostima dello spogliatoio. Quando c’è un esonero, i calciatori vanno responsabilizzati. La bravura di Daniele è stata inoltre quella di ricompattare lo spirito di squadra, il senso di appartenenza: sei la Roma e devi sapere cosa rappresenti“.
Anche da calciatore era così meticoloso?
“Sì, scrupoloso e moderno. Era un costruttore di gioco e come tale vedeva il gioco a 360°. Si torna sempre al discorso di valorizzare le individualità. Probabilmente nella sua carriera, comunque importante, non è stato valorizzato come avrebbe potuto. Perché lui nasce mezzala, poi lo hanno trasformato in un interditore, con compiti più di rottura del gioco avversario. E invece Daniele quando aveva la palla era anche un costruttore. E i costruttori ragionano, pensano. In Nazionale quando ho giocato a tre, lo posizionavo in mezzo ai due centrali perché ero convinto che avesse anche caratteristiche di costruzione“.
Seppur da fuori, ritiene che De Rossi abbia avuto un approccio diverso con lo spogliatoio?
“Da sempre ci sono due linee di pensiero. C’è chi pensa che un gruppo debba essere guidato da un leader, da un personaggio carismatico come Mourinho che come tecnico è indiscutibile. Devi però trovare delle persone che accettino questo tipo di gestione. Può anche accadere che questa conduzione sia accettata per un periodo e poi rigettata. Così, nel momento in cui arriva un allenatore diverso, come Daniele, sei più ricettivo. È inevitabile, non c’è cattiveria e non si può nemmeno fare un paragone dicendo che era tutto sbagliato prima ed è tutto azzeccato adesso. Nelle squadre come nella vita ci sono i momenti. E in questo Daniele è la persona giusta al posto giusto“.
Domani si gioca Fiorentina-Roma.
“A Roma sono stato poco per problemi legati alla malattia di mia moglie, ma quei due mesi li ricordo perfettamente. Si stava creando un bel gruppo e nei primi allenamenti avevo avuto la disponibilità dei ragazzi, di De Rossi, Totti e Cassano, a proporre un calcio un po’ diverso. Domenica sarà una sfida bellissima. Anche al Franchi Daniele dovrà avere lo stesso coraggio avuto con il Brighton. Ma non ho dubbi che lo avrà“.