Quasi cinque mesi dopo la fuga da Roma,Cesare è caduto a Costantinopoli. Il Galatasaray ha deposto Prandelli, dopo la sconfitta con l’Anderlecht e l’eliminazione anticipata: fuori dalla Champions e dall’Europa League, un punto in 5 gare, 15 gol presi. L’esonero dell’ex ct azzurro era già cosa fatta sui giornali turchi in mattinata. A Istanbul, il board è rimasto riunito per tutto il pomeriggio, poi ha deciso: squadra affidata a Claudio Taffarel, vecchia conoscenza, l’unico che resiste a ogni cambio tecnico nel Galatasaray. Prandelli, dopo aver diretto l’allenamento, ha appreso la notizia dalla tv e chiesto di poter almeno salutare i giocatori oggi. Il vicepresidente Albayrak ha confermato la notizia in serata, ma resta il nodo economico del divorzio: il tecnico ha un biennale da 2,2 milioni netti a stagione, sotto contratto ci sono anche i collaboratori Pin, Di Palma, Venturati e Casellato. Fin qui, hanno ricevuto solo due stipendi. L’esilio si è rivelato assai meno dorato delle attese.
Quando Cesare firmò per i turchi, l’8 luglio, a due settimane dal disastro di Natal (tempismo foriero di nuove polemiche), sembrava aver trovato l’El Dorado. Raccoglieva l’eredità di Roberto Mancini e gli aveva telefonato prima di accettare: in quella chiacchierata, l’entusiasmo diPrandelli, ansioso di tornare in pista, vinse pure le perplessità del Mancio, che s’era appena dimesso. Poi c’era la corte serrata di Unal Aysal, il “presidente sceicco”, padrone della Unit, colosso del gas e dell’energia. In questi anni non ha badato a spese, puntando allo scudetto numero 20, che in Turchia vale la quarta stella. «Appena Prandelli s’è liberato non ci abbiamo pensato un attimo», disse. Poi, lo stesso Aysal ha confessato che la prima scelta era Lucescu, bloccato però dallo Shakhtar, e la stampa ha svelato altri rifiuti, Klinsmann, Tuchel e Hitzfeld. Aysal s’è dimesso a inizio stagione, il Galatasaray ha sposato l’austerity: il successore Duygun Yarsyvat, eletto un mese fa, ha confermato Prandelli ma i rapporti sono rimasti freddi. In mezzo, la difficile gestione di uno spogliatoio nervoso per gli stipendi arretrati e diviso in tre anime (vecchia guardia, nuovi turchi, stranieri). Pochi giorni fa, dopo lo 0-3 col Trabzonspor in campionato, Cesare ha perso la pazienza: «L’ex presidente mi aveva convinto con un progetto importante, promettendomi Pato, Ibarbo, Doria, Balanta, Marcelo, Douglas, Campbell e Song. Venti giorni dopo la mia firma mi ha detto che non c’erano soldi. Aysal ha criticato le prestazioni, poi si è dimesso senza spiegazioni».
La maledizione di Natal s’è abbattuta anche su Balotelli, che non convince il Liverpool («Ma è in crisi perché non riesce a vedere sua figlia», spiega il suo agente Raiola) ma è comunque ancora in corsa in Champions. Prandelli invece era sconsolato: «Mi hanno chiesto di vincere la quarta stella e in campionato siamo a un punto dalla vetta…».
La Repubblica- F. S. Intorcia