Mai come questa volta, i dubbi sono tanti. Contro il Porto la posta in palio è alta, Di Francesco sta facendo di tutto per caricarsi e caricare la squadra. Impresa complicata visto il momento difficile, ma in questi casi paga sempre l’allenatore, non certo i giocatori. Come riporta Il Messaggero, le pressioni sono quasi tutte su Eusebio, che non deve sbagliare le mosse. L’impresa non sarebbe nemmeno proibitiva visto il risultato positivo dell’andata: il problema non è il Porto, ma la Roma. Di Francesco si gioca le sua chance nel silenzio con allenamenti blindati, niente filmati nemmeno dalle amiche telecamere di Roma TV. Il 4-2-3-1 e il 4-3-3 hanno dimostrato di non essere totalmente affidabili. Ieri ad esempio è stata provata anche la difesa a tre. Molte scelte sono obbligate, vedi De Rossi, che arranca ma dovrà stringere i denti, anche perché per lui potrebbe essere anche l’ultima in Champions. Per superare uno scoglio come quello di domani sera servono equilibrio, gamba, voglia e coraggio, ma queste caratteristiche vengono riscontrare poco nella Roma. Il tecnico ha fatto capire come il gruppo recepisca meglio il 4-2-3-1, con cui si sente più protetto e attacca con più facilità: rischiano di restare fuori Cristante e Pellegrini. L’ex Atalanta dovrebbe lasciare spazio a Nzonzi, pronto a fare coppia con De Rossi. Mentre l’azzurro rischia solo se Difra decidesse di riproporre Karsdorp o Santon a destra alzando Florenzi sulla linea dei trequartisti. Di Francesco, al di là dei numeri, vuole più coraggio. Infine difficile trovare un partner per Manolas.