Il Messaggero – La domanda inevitabile, dopo che la Procura di Roma ha chiuso l’indagine su una serie di compravendite di calciatori tra cui Defrel, Marchizza e Frattesi oltre ad altre operazioni quali Zaniolo, Santon e Nainggolan, Cristante, Tumminello, Spinazzola e Luca Pellegrini, è cosa rischia il club giallorosso a livello sportivo. La risposta più banale dovrebbe partire prendendo come modello la Juventus, l’unica squadra di alto profilo punita per plusvalenze false. In questo caso, i termini utilizzati sono simili – “false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato” – ma l’epilogo dovrebbe essere diverso.
In questo caso non risulterebbe la presenza di prove che possano cambiare lo scenario rispetto al 2022 quando vennero prosciolte le società, tra cui 5 di serie A. A questo punto la contestazione più banale a livello sportivo potrebbe essere la mancata osservanza dei principi della lealtà, della correttezza e della probità. Nel codice di Giustizia sportiva è l’articolo 31 a regolare la questione. Il comma 1 riguarda “il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali” o mettere in atto “comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica” che porta ad un’ammenda con diffida.
Più pesante il comma 2 relativo ai comportamenti di chi tenta di ottenere l’iscrizione a una competizione alla quale non potrebbe essere altrimenti ammessa. Si va dalla penalizzazione in classifica fino all’esclusione dal torneo. Tuttavia siamo sul mero piano delle ipotesi, visto che la materia è vastissima e le perizie non sono state rese ancora note. Senza contare, poi, che siamo in assenza di prove certe (quali appunto mail, intercettazioni telefoniche).