Il Corriere Della Sera (G. De Carolis) – Il re non abdica, perché la sua corte non ha intenzione di pugnalarlo. Lo scandalo Fifa che ha portato alla sospensione per 90 giorni del presidente Joseph Blatter e di Michel Platini ha terremotato il mondo del calcio, ma non ha piegato l’ex juventino e l’Uefa che si sta riorganizzando per riappropriarsi della governance del calcio mondiale. Giovedì 15 ottobre a Nyon si terrà una riunione d’emergenza dell’Uefa, cui prenderanno parte tutte le federazioni. Nessuno fin qui ha scaricato Platini, sospeso dalla Fifa, ma (a differenza di Blatter) non indagato dalla Procura svizzera nell’indagine portata avanti dai giudici di Zurigo e dal Dipartimento di giustizia americano.
Sono già scattate le manette per sette dirigenti della federcalcio internazionale e ieri dalla Svizzera è arrivato l’ok all’estradizione negli Usa per Costas Takkas, ex segretario generale della Football Association delle Isole Cayman, arrestato il 27 maggio a Zurigo, due giorni prima delle elezioni che confermarono Blatter alla presidenza Fifa. Il prossimo estradato potrebbe essere Jeffrey Webb, ex presidente Concacaf. E mentre il coreano Chung Mong-Joon, sospeso per sei anni dal Comitato etico con l’accusa di gravi irregolarità sull’assegnazione dei Mondiali in Russia del 2018 e in Qatar 2022 e così escluso dalle prossime elezioni, annuncia ricorso contro la squalifica e una possibile causa per diffamazione contro la Fifa, la Uefa gioca la sua partita a scacchi. L’accelerazione dell’inchiesta e l’avvicinarsi della chiusura delle candidature per la presidenza Fifa (vanno presentate entro il 26 ottobre) hanno convinto la federcalcio europea a muoversi. L’Uefa ha cancellato tutti gli impegni e i viaggi di rappresentanza di Platini che però si presenterà alla riunione di giovedì a Nyon. Sarà l’occasione per la difesa del francese che nei giorni scorsi ha contattato le varie federazioni europee, spiegando di essere estraneo ai fatti e concordando la linea. Così vanno lette le parole del presidente della Figc Carlo Tavecchio. «Le federazioni che si sono espresse per Platini candidato sono state 49, e tra queste l’Italia. Solo 4 hanno detto no. Noi siamo su quella posizione. Voglio sentire cosa dice alla sua assemblea dei soci». E le Roi avrà parecchio da spiegare. Le federazioni europee valutano positivamente il suo lavoro, perché in questi anni si sono arricchite con gli introiti sempre crescenti della Champions League e non hanno dovuto fronteggiare nessuno scandalo interno alla Uefa.
Platini ribadirà di non essere coinvolto nello scandalo e che le accuse della Procura svizzera che l’ha definito a metà «tra un testimone e un indagato» cadranno. L’Uefa, a meno di imminenti novità giudiziarie, sosterrà la candidatura, ma porterà avanti con ogni probabilità anche altri due nomi vicini a Platini: l’olandese Michael Van Pragg e l’ex interista Luis Figo. Così si creerà un salvagente nel caso in cui il francese dovesse risultare non idoneo al test di integrità della commissione Fifa. L’altra via è presentare una mozione, per chiedere (e ottenerlo non sarà impossibile) al Comitato esecutivo Fifa previsto a metà dicembre un rinvio delle elezioni per la presidenza, in programma il 26 febbraio. Ma si muove anche Blatter. Una sua candidatura diretta è impensabile, ma farà di tutto per convincere il sudafricano Tokyo Sexwale a scendere in campo. Ex compagno di galera di Nelson Mandela a Robben Island, Sexwale è uomo indipendente e specchiato e le federazioni africane lo voterebbero in blocco. Blatter deve convincerlo e non sarà facile.