Perche’ Platini preferisca gli arbitri alla tecnologia e’ presto detto: “Per la stessa ragione per cui preferisco parlare di persona che al telefono. Credo fermamente che gli occhi di un arbitro vedono meglio delle macchine.
Non ho aperto alla tecnologia sulla linea di porta, perche’ poi ho avrei dovuto farla applicare per le sanzioni, i fuorigioco e cosi’ via. In Francia, la tecnologia e’ stata introdotta nel rugby ed e’ un disastro. Ogni tanto bisogna fermare il gioco, vedere cio’ che dice l’arbitro, che di solito non coincide con il video. Nel frattempo, tutti si innervosiscono e, in campo e sugli spalti, si arrabbiano. Tuttavia, nella Serie A italiana di calcio, per ogni partita ci sono cinque arbitri e gli errori sono stati ridotti della meta’. Funziona.
E poi c’e’ il prezzo della tecnologia: metterla in Champions League, in tutta la zona dell’Uefa, costerebbe 52 milioni di euro. Un costo troppo elevato, impossibile da sostenere”. Tuttavia, Platini si e’ convinto sia giusto utilizzare la tecnologica per il cosiddetto gol fantasma, “purche’ in questo modo il lavoro degli arbitri non passi in secondo piano. Sono disposto a prendere in considerazione l’introduzione di tecnologie esclusivamente sulla linea di porta a Euro 2016, ma insieme con i cinque arbitri a partita. La tecnologia sulla linea di porta e’ stata accettata dall’International Board e sono costretto a pensarci e, in questa sessione, a cambiare idea”.
Sul tema, le idee divergono con il presidente della Fifa Blatter: “Lui e’ piu’ anziano di me ma e’ un uomo moderno. Mi ha convinto con la tecnologia della linea di porta, ma sa che non andra’ oltre“. Platini, infine, esclude che ci sia una ‘guerra’ in atto tra Collina, capo degli arbitri Uefa, e Busacca, suo omologo nella Fifa: “Non c’e’ inimicizia ne’ rivalita’. Gli arbitri prendono delle decisioni applicando o interpretando il regolamento. Pero’ tra loro si intendono bene. Le polemiche sorgono ma fanno parte del gioco, del nostro sport”.
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