La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Marzo 2010, Bernabeu: Miralem Pjanic, 20 anni, si presenta in punta di piedi e con un gol elimina dalla Champions il Real Madrid del fenomeni. No, così, giusto per ricordare che Mire è uno con le spalle grosse. Doveroso promemoria, perché in questa storia che mette insieme il bosniaco, la Roma e la Juventus, tutta la pressione è sul centrocampista, su quelle spalle lì. Perché tutti aspettano una sua mossa. L’aspetta la Juventus, che i suoi passi li ha fatti e ora sta a vedere che cosa succede, sperando in una rottura tra Mire e la Roma. Rottura che non c’è stata, finora. Ed è qui, in questo contesto, che va inserita la posizione di Walter Sabatini, che da Senigallia ieri sera ha dichiarato: «La Roma non ha deciso di dismettere, abbiamo molte soluzioni e vedremo di rastrellare i fondi che ci servono. Cercheremo di trattenere sia Nainggolan sia Pjanic e penso che potremo riuscirci. Ma dipenderà anche da loro. È sconsigliabile che vengano a chiederci aumenti di stipendio. Ma non penso che lo faranno».
POSIZIONI FERME – «Dipende da loro», eccola qui la frase chiave. Dipende da Pjanic, nello specifico. Concetto ribadito pure da Luciano Spalletti: «A Roma Mire sta bene ma bisogna vedere altre situazioni, il contratto, l’età, il club interessato. Se uno deve rimanere a lavorare in un posto dove non è contento, diventa più difficile tirar fuori da lui il massimo». Altra pressione sulle spalle di Pjanic. Perché nessuno in casa Roma ha voglia di prendersi la paternità di un cessione, meno che mai in direzione Juventus. E sullo sfondo c’è sempre il riferimento velato a una clausola rescissoria da 38 milioni che in fondo liberebbe la società giallorossa dall’impiccio delle responsabilità: è il giocatore che vuole andare via, non siamo noi a volerlo cedere. A Pjanic, invece, qualche dubbio che sia la Roma a volerlo vendere è venuto. E qui spera la Juventus, che già due anni fa, prima del rinnovo con la Roma, bussò alla sua porta. Senza riuscirci, per la gioia di Radja Nainggolan, grande amico di Pjanic: «Se Mire va alla Juve, io non gli parlo più». Il tormentone è servito, ma i tempi non sono maturi. La Juve non pagherà la clausola, anche perché non in grado di versare 38 milioni in un’unica soluzione. E la Roma, al momento, non è intenzionata a sedersi al tavolino.
DIAWARA VICINO – Prima, semmai, c’è da verificare la fattibilità del piano B, ovvero le cessioni di Paredes, Sanabria e compagnia. Il resto è un mercato in evoluzione: «Proviamo a trattenere Szczesny, troverò un accordo per far restare Digne, El Shaarawy sarà riscattato», ha detto ancora Sabatini. Che lavora pure in entrata: con il Bologna è ben avviato l’affare Diawara, per una valutazione di circa 10 milioni. Quel Bologna che lo pressa: «Spalletti ha detto che resto alla Roma? Questo è un suo auspicio – ancora Sabatini –. Io so quello che farò. Sono orgogliosamente il d.s. della Roma». E poi, a sorpresa, giocando sulla differenza tra dimissioni e richiesta di rescissione annunciata a marzo: «Non ho dato le dimissioni. Faremo un punto con Pallotta, gli ho chiesto un chiarimento». Il presidente, in arrivo a fine mese, ha già l’agenda piena.