La Gazzetta dello Sport (M. Brega) – La sua “figu” del 1963-64 con l’Atalanta risultò introvabile per mesi. Pier Luigi Pizzaballa nella versione 2024 è invece reperibile subito per ricordare i suoi trascorsi con Atalanta e Roma.

Lei ha vinto una Coppa Italia con entrambe: ricorda quei due successi?
“Quella con l’Atalanta la ricordo anche per i giorni tristi legati alle condizioni di salute di Papa Giovanni XXIII che venne a mancare il giorno dopo il successo. Quella con la Roma mi è rimasto impresso anche l’eco che ebbe negli anni successivi come gli anniversari festeggiati come fosse il primo giorno”.

Come fu il trasferimento a Roma nel 1966?
“Io e mia moglie Lucia impiegammo 5-6 mesi ad ambientarci. Dalla provincia alla grande città non fu facile: chiusi caratterialmente ci trovammo a vivere in una realtà completamente differente. Ma fu un’esperienza di crescita, sia come uomo sia come giocatore. Una città stupenda a cui sono ancora legato, dove ho lasciato un pezzo del mio cuore. Vivevamo in zona Monte Mario, vicino a Losi e Peirò. Tutto era molto più grande a Roma, come le attese per fare operazioni anche semplici. Ricordo che non riuscivo a iscrivere all’anagrafe il nostro primo figlio da quanta fila c’era all’ufficio”.

Da ex portiere cosa ne pensi di Carnesecchi e Svilar?
“Carnesecchi ha talento, può e deve migliorare ancora. Svilar è agile, reattivo. Hanno un grande futuro davanti”.

Gasperini e De Rossi?
“È spettacolare veder giocare l’Atalanta di Gasperini, sempre a ritmi alti, con continuità d’azione. La Roma me la godo di più adesso, De Rossi ha dato un senso a questa squadra che sa reagire alle difficoltà. Sono due squadre con due grandi gruppi”.