Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Entrambi i periodi di Spalletti sulla panchina della Roma sono stati caratterizzati da una squadra che vinceva ma che soprattutto esprimeva un gioco splendido. Nel centrocampo del primo regno spallettiano, vicino a Daniele De Rossi, c’era David Pizarro. Il cileno dettava i tempi del gioco ed era fondamentale per equilibrare la squadra. Queste le sue parole:
Quando si riprende? In Italia il dibattito è acceso…
Il campionato di Serie A per me è finito. Che senso ha continuare mentre le persone soffrono? Lo Scudetto dovrebbe essere cucito sui camici dei dottori che rischiano la vita per salvarci.
Da lontano che le sembra della Roma?
Non la capisco. A volte è straordinaria, a volte si perde nelle sciocchezze. Di sicuro la situazione societaria non aiuta. Non si capisce chi comandi: Londra, Trigoria, Stati Uniti. Ora questa trattativa, boh.
Perchè si è legato così tanto alla Roma?
Semplice. Rimasi stregato la prima volta, entrando all’Olimpico. Era l’anno dello Scudetto. Io andai in panchina e vidi Totti segnare quel gol al volo contro noi dell’Udinese.
Quelle giravolte ansiogene davanti alla difesa sono il tuo marchio di fabbrica…
Ma guarda che servivano, davano sempre superiorità numerica in fase di costruzione. Era il mio compito. Mi dispiace se a qualcuno ha fatto venire qualche palpitazione.
Perchè Spalletti ha chiuso così male con Totti?
Non lo so, ma sono stupito e dispiaciuto. Quando eravamo tutti insieme, nella nostra Roma a gestione familiare, avevano un rapporto speciale. Direi privilegiato. Di sicuro è un peccato, Luciano teneva davvero ai colori giallorossi: avrebbe dovuto chiudere in un altro modo.
Dove allenerà?
Non sarei sorpreso se in futuro ci fosse uno Spalletti-Ter alla Roma.