Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Nell’urlo di Romelu Lukaku e nel suo: “Te l’ho detto”, riferito ad Andrea Belotti c’è tutto il pensiero non solo dei tifosi della Roma, ma della squadra stessa nei confronti del Gallo. Big Rom gli ha detto questo, sotto la Sud, dopo il suo gol contro l’Empoli, arrivato al termine di un’azione che l’ex Toro aveva finalizzato nel migliore dei modi ed è stata la prova di come il suo arrivo non abbia demoralizzato il compagno.
Tra i due c’è un buon feeling, anche perché a Romelu non dispiace avere una punta di riferimento vicino. La sensazione è che giocherà quasi sempre con Dybala, condizioni fisiche permettendo, ma in questa Roma, con tante partite da disputare, Andrea si ritaglierà le sue occasioni. Con, alle spalle, un allenatore che lo stima, dei compagni che lo adorano e una tifoseria che gli vuole bene. Lui ricambia con il massimo dell’impegno (da sempre) e da questa stagione anche con i numeri visti i due gol e i due assist realizzati nelle prime quattro giornate di campionato.
Lui ha iniziato a carburare da un po’: sono 12 le partite ufficiali, da maggio Mourinho lo ha sempre mandato in campo, che fosse dall’inizio o a partita in corsa. E questa, oltre al rinnovo arrivato a giugno, è stata la migliore delle iniezioni di fiducia. L’Europa League la conosce bene: lo scorso anno ha disputato 14 partite su 15 (con 3 gol), restando in panchina soltanto nella trasferta di Helsinki. Belotti ha rappresentato – tanto – l’uomo di coppa e quando dopo la prestazione contro il Salisburgo tutto l’Olimpico si è alzato in piedi ad applaudirlo ha capito davvero che, nonostante le difficoltà, la Roma era stata la scelta giusta.
Gli è mancato il guizzo finale a Budapest, a lui come a tutta la squadra (Taylor permettendo) ma alla fine, per citare il Signor Nemanja Matic: “That’s football”. Il calcio, però, toglie tanto ma sa anche restituire e Belotti, dopo mesi complicati, sembra volersi riprendere tutto. Con un Lukaku come compagno, e non come rivale, sarà più semplice.