La Gazzetta dello Sport (M.Brega) – Tra i «dettagli» di cui parla Stefano Pioli all’antivigilia di Inter-Roma forse c’è anche il tema rigori. Un tema nettamente sbilanciato a favore dei giallorossi che comandano la speciale classifica della Serie A con 11 fischi. L’Inter (ma attenzione, anche Juventus e Napoli) è ferma a 2 ed entrambi nell’era pre-Pioli. «Alla fine dell’anno si dice che gli errori si bilanciano — commenta l’allenatore nerazzurro — Non lo so, credo che dobbiamo rimanere concentrati sulle nostre prestazioni. Quando diamo il massimo ci siamo con la testa e con la qualità. Se però mi fate il raffronto di 11 rigori contro 2, la differenza è notevole e può pesare». Forse tra i «dettagli» di cui parla Pioli può finirci anche questa statistica.
PRESENZA IN AREA – Detto questo si può analizzare che effettivamente esiste una disparità evidente tra i rigori fischiati alla Roma e quelli fischiati alle altre tre grandi. Qualcuno potrebbe obiettare che per ottenere un rigore (regolare, ci mancherebbe), bisogna arrivare in area. Ed effettivamente, come sottolinea Opta con i suoi dati, la Roma è la squadra del campionato che tocca più palloni nell’area avversaria (738) e che più tira dall’interno della stessa (280 volte). Ma i nerazzurri non sono poi così distanti: terzi nella prima statistica (667, dietro anche alla Lazio) e secondi nell’altra (262 tiri).
MOMENTO BUONO – Domenica però il pensiero principale sarà battere la Roma, non importa se con un rigore o meno, per tenere aperta la corsa Champions. «Ci stiamo preparando per dare il massimo sapendo che se giochiamo da squadra abbiamo le carte in tavola per vincere, anche contro un avversario di livello — ha aggiunto Pioli — Vogliamo prepararci al massimo. Inutile nascondersi, volevamo arrivare bene a questa partita. Sappiamo che i pericoli possiamo correrli quando la palla è agli avversari e quando l’abbiamo noi. Siamo preparati a questo, sappiamo di dover coprire bene il campo per garantirci di bloccare le ripartenze della Roma». Sono giorni che l’allenatore preme su questo tasto, sulle coperture, sull’aggressività in fase di non possesso, sui raddoppi e sulle linee di passaggio, sul sacrificio di chi giocherà anche alle spalle di Mauro Icardi. La tattica sarà un elemento fondamentale: «I duelli importanti saranno in tante zone, dovremo giocare da squadra sapendo che potrà risolverla un gesto singolo. Non credo che la fase offensiva dipenda dal numero degli attaccanti, quanto dalla voglia di fare la partita».
ROMA E CHAMPIONS – Per Pioli in passato c’è stata anche la possibilità di allenare i giallorossi: «È successo prima che arrivasse Luis Enrique – spiega -, ho incontrato due volte Sabatini. Fu un casting anche quello, per fortuna è andato bene quello che contava (con l’Inter, ndr)». Domenica sarà un test anche di livello mentale: «A Napoli è mancato l’approccio, a Torino un particolare ci ha fatto perdere. Ma siamo stati all’altezza». Pioli non sente l’ossessione per la Champions: «La nostra ossessione è dare il massimo. Non c’è la controprova che se fossi arrivato prima saremmo più in alto. Ho cercato di dare identità alla squadra, un modo di stare in campo. Soprattutto a livello mentale. Sono qui da tre mesi e mezzo e spero di esserci fra tre anni. Non mi sembra di essere invecchiato. È sempre stimolante la presenza di mister Zhang, ha carisma ed esprime concetti che entrano nelle menti». La chiusura è sull’esonero di Claudio Ranieri: «Ciò che ha fatto rimarrà nella storia. Non c’è mai fine al peggio».