Pioli: “Vincerà la squadra che colpirà i punti deboli dell’avversaria. Sono stato vicino alla Roma, incontrai due volte Sabatini” – VIDEO

Stefano Pioli, allenatore dell’Inter, ha parlato in conferenza stampa a due giorni di distanza dalla sfida di domenica sera con la Roma. Queste le sue dichiarazioni:

PIOLI A INTER CHANNEL

Che settimana state vivendo?
E’ una settimana che porta ad una partita importantissima. Giochiamo contro un avversario molto forte, ma siamo forti anche noi, dobbiamo cercare di mettere in campo una prestazione di valore.

Spalletti si è messo a tre dietro, il segreto di voi allenatori italiani è la duttilità?
Credo che l’abilità stia nel cercare di capire che squadra e che giocatori hai in mano. Strada facendo ti accorgi che certe posizioni in campo ti danno dei vantaggi e insisti su quelle. Devi vivere gli allenamenti per capire cosa cambiare in meglio.

Roma e Inter hanno blindato la difesa, che partita ti immagini?
Mi immagino una partita dove entrambe le squadre hanno dei valori importanti, dove entrambe esalteranno i proprio pregi e copriranno i difetti. I potenziali offensivi possono incidere. Otto punti di distanza sono tanti, ma le due squadre sono molto vicine, saranno i particolari a diventar decisivi. Dovremo fare una partita di grande attenzione e qualità.

PIOLI IN CONFERENZA STAMPA

La distanza dalla zona Champions è invariata. Quanto è decisiva la partita di domenica?
Che sia importantissima questo è sotto gli occhi di tutti, che noi abbiamo fatto benissimo e stiamo facendo di tutto per arrivare vicini agli avversari è altrettanto vero. Ma vogliamo provare a insistere e a mettere sotto un avversario molto forte.

Cosa pensa dell’esonero di Ranieri?
Credo che la cosa più importante che ha fatto Ranieri rimarrà nella storia, è la cosa principale. E poi credo che non c’è mai fine al peggio.

Come hai preparato la partita nella testa dei giocatori? Conta solo la vittoria?
Stiamo preparando la partita come tutte le altre a livello mentale, ci stiamo preparando per dare il nostro massimo potenziale, sapendo che se giochiamo da squadra per 95 minuti, con compattezza, attenzione e solidità, abbiamo le carte in tavola per vincere, anche contro un avversario di livello come la Roma. Vogliamo prepararci al massimo per dare il massimo. Inutile nascondersi, volevamo arrivare bene a questo appuntamento, ma ora conta provare a fare bene domenica.

C’è un elemento in cui l’Inter ha raggiunto la Roma?
Credo che si affrontino due squadre forti che stanno molto bene. I numeri grandi delle prestazioni, baricentro, possesso, conclusioni, sono molto vicini tra le due squadre. Significa che la distanza dei valori in campo non è molta, anche se otto punti sono tanti. Entrambe proveranno a esaltare le proprie qualità e a coprire i propri punti deboli. Vincerà la squadra che saprà colpire l’avversario nei suoi punti deboli. Ci stiamo preparando per quello.

L’Inter all’andata ha perso giocando bene, cadendo nella trappola tattica di Spalletti. Sarà una cosa da valutare per domani?
Sì, è sempre molto importante. Sappiamo che i pericoli possiamo correrli sia quando la palla è agli avversari, un avversario che ha un’efficacia elevata in fase offensiva, e i pericoli possiamo correrli quando l’abbiamo noi. Siamo preparati a questo, sappiamo di dover coprire bene il campo e delle buone posizioni per garantirci soluzioni offensivi e di bloccare le eventuali ripartenze della Roma.

Quanto sei stato vicino alla Roma anni fa?
E’ successo prima che prendessero Luis Enrique, ho incontrato due volte Sabatini. Hanno fatto altre scelte. Fu un casting anche quello, non è andato bene quello, per fortuna è andato bene quello che contava.

Con la Roma da allenatore il tuo bilancio è molto negativo, sono la squadra che ti ha battuto più volte…
Ti ricordi bene. I grandi numeri sono fatti per essere cambiati, speriamo che sia la volta buona.

Quale sconfitta vorresti cancellare?
Per mentalità e per approccio non mi guardo mai troppo alle spalle, i numeri mi interessano fino ad un certo punto. L’importante è quello che possiamo fare adesso ed essere concentrati sul nostro obbiettivo e sul nostro lavoro e dare il massimo per cambiare questi numeri un po’ più a nostro favore.
La Roma ha il secondo attacco del campionato, l’Inter sta subendo pochi gol. Stavolta affronterai Dzeko, fortissimo nel gioco aereo, senza Miranda, il miglior colpitore di testa…
Il valore e l’importanza di Miranda non si possono non sottolineare, ma ho le alternative giuste per mettere in campo una fase difensiva efficace. Chiaro che gli avversari hanno tante altre soluzioni. Ma vale per entrambe le squadre, è impensabile impedire di essere pericolosi, conterà la voglia.
Questa fase delicata del campionato richiede un ulteriore scatto in avanti sotto tutti i profili. Nel tridente con Icardi e Perisic ci potrà essere spazio anche per Eder, spostando Candreva?
​Credo di aver usato varie soluzioni offensive, contro il Genoa in casa c’erano Icardi, Palacio ed Eder dall’inizio. Non credo che la fase offensiva dipenda dal numero degli attaccanti, quanto dai tempi di gioco, dai movimenti e dalla voglia di fare la partita. Poi vedremo con quanti giocatori offensivi giocheremo, conteranno gli equilibri, bisogna attaccare delle zone del campo che possiamo trovare e avere i tempi giusti. A volte si è più pericolosi con pochi attaccanti e usando gli inserimenti da dietro.
L’Inter ha perso con Napoli, Juve e Roma giocando alla pari. Cosa è mancato in queste partite?
Posso parlare solo della mia esperienza. A Napoli è mancato solamente l’approccio, la partita è stata equilibrata, a Torino un particolare ci ha fatto perdere la partita. Ma siamo stati all’altezza. Saranno i dettagli a fare la differenza nella partita di domenica, sono le piccole cose sulle quali vogliamo incidere.
Come sta Brozovic?
Si è allenato ieri e oggi con la squadra, sta facendo di tutto per recuperare, sta facendo di tutto per essere disponibile. Se nelle ultime due sedute si allenerà sarà disponibile per la partita.
La zona di Salah potrà essere il nodo della partita?
Credo saranno in tante zone del campo giocatori forti e duelli importanti, dovremo essere più forti nei duelli individuali.
Quanto è importante per la serenità che la Champions non sia un’ossessione?
La nostra ossessione è quella di dare il massimo, dare il massimo per noi vuol dire entrare in campo per vincere le gare. Quando hai questa ossessione e dai il massimo puoi essere soddisfatto. Siamo chiamati tutti i giorni a dare il massimo, è quello che stiamo facendo e quello che vogliamo continuare a fare da qui alla fine.
Girano le scatole per non essere qui dall’inizio?
Non ci penso, perché non c’è la controprova. L’importante è quello che stiamo facendo, ma conta soprattutto quello che faremo da domani in poi, quello che abbiamo fatto conta poco.
In un campionato così livellato, quanto pesa un errore arbitrale?
Alla fine dell’anno si dice sempre che più o meno gli errori si bilanciano. Io non lo so, credo che dobbiamo rimanere concentrati sulle nostre prestazioni. Quelle possiamo determinarle, quando diamo il massimo ci siamo con la testa, con il cuore e con la qualità. Se mi fai il raffronto di 12 rigori contro 2, la differenza è notevole e quindi può pesare.
De Boer ha parlato di problemi extra-calcistici, citando il libro di Icardi e altre cose. Come ha fatto lei a non averne?
Il mio gruppo ha avuto atteggiamenti impeccabili, è un gruppo responsabile, lavoriamo con grande rispetto e grande stima, così si costruisce qualcosa di importante. Va a controllare le discoteche? Non frequento i locali, mi auguro che i miei giocatori li sappiano frequentare nel modo giusto e al momento giusto.
Va a controllare le discoteche?
Non frequento i locali, mi auguro che i miei giocatori li sappiano frequentare nel modo giusto e al momento giusto.
Se l’Inter non vincesse ci sarebbero altre chance per il terzo posto?
Le partite che mancano sono tante ma non mi piace mettere il carro davanti ai buoi. Dobbiamo giocare bene, dare il massimo e provare a ottenere tutto quello che vogliamo e possiamo, cioè la vittoria.
Quanto è importante la presenza di Zhang?
Avete parlato della programmazione futura? E’ sempre molto importante e stimolante, è una persona che ha grande carisma ed esprime concetti che entrano dentro, si sentono. La sua presenza è importante anche per il supporto e il sostegno che ci dà continuamente quando non è vicino. Chiaro che si parla di presente ma si comincia a parlare anche di futuro.
Qual è stato il suo miglior pregio da quando è qui?Su cosa ha lavorato principalmente?
Ho cercato di dare un’identità alla squadra, un modo di stare in campo. Soprattutto a livello mentale. Su questo stiamo lavorando, stiamo ottenendo delle buone cose e possiamo migliorare ancora.
Pensa anche lei che la coppia Kondogbia-Gagliardini sia quella meglio assortita per il centrocampo?
Credo che abbiano delle buonissime caratteristiche per giocare insieme. Sono diversi da Brozovic, che è un giocatore che verticalizza, si alza e si muove di più. Possiamo far bene con tutte le coppie, l’importante è avere possibilità di scelta, mi auguro che da qui a domenica possano stare bene tutti, abbiamo avuto dei piccoli contrattempi in settimana, ma ora stanno bene.
Anche lei sente un’eccessiva pressione come ha detto De Boer?
Io sono qui da tre mesi e mezzo e spero di esserci anche fra tre anni. Non mi sembra di essere invecchiato, i capelli li ho bianchi e pochi, ma li avevo così anche prima, io sto bene.

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