La Repubblica (A. Di Carlo) – Il giudice più oggettivo, imparziale e spesso spietato sarà ancora una volta il campo. Ma non ci sono dubbi nel definire la campagna acquisti, appena conclusa, come una delle più importanti degli ultimi 30 anni nella storia della Roma. Un voto complessivo? Nove.
Tiago Pinto è riuscito nell’impresa di far sposare le esigenze di bilancio, impostando una rotta verso il rispetto degli imminenti paletti finanziari imposti dall’Uefa, con le esigenze di natura tecnica, di rafforzamento della squadra, seguendo passo dopo passo le indicazioni e l’ambizione di José Mourinho.
Il gm giallorosso ha venduto tanto, giocatori non più centrali nel progetto, una lista infinita di esuberi ma nessun titolare, e allo stesso tempo ha aggiunto alla rosa a disposizione dello Special One elementi dal calibro internazionale, il tutto incassando tanto e senza spendere un solo euro, intaccando solo il monte ingaggi.
Quattro parametri zero (Svilar, Matic, Dybala e Belotti), due giocatori in prestito (Wijnaldum e Camara) e un solo cartellino acquistato a titolo definitivo (Celik). Una spesa totale di 8 milioni e mezzo messi a bilancio, circa 20 milioni netti da aggiungere al monte stipendi di Trigoria. A fronte di diverse uscite, che hanno portato 49 milioni nelle casse della Roma. Rimangono invece a Trigoria Coric e Bianda. Si cercano soluzioni in Turchia, Grecia e Belgio. In caso di mancata cessione, lavoreranno da separati in casa a Trigoria.
È mancato all’appello un difensore centrale, ma Pinto è già al lavoro per il mercato di gennaio: i profili sondati in estate non è detto saranno ancora al loro posto o senza squadra, ma il team scouting giallorosso è già al lavoro per individuare il nome giusto.
Inoltre un accordo di massima raggiunto con l’ala del Bodø/Glimt, Ola Solbakken, può esser messo nero su bianco nelle prossime settimane. Tiago Pinto non si accontenta, pensa già alla Roma del futuro. Ma d’altronde, si sa, il calciomercato non va mai a dormire.