Corriere dello Sport (R.Maida) – Dybala la scuote, Lukaku la spinge. La Roma ringrazia i suoi campioni, che con una giocata risolvono la grana Tiraspol dopo 65 minuti tribolati. È sempre importante cominciare un girone europeo con una vittoria, tanto più in trasferta. Ma Mourinho sa che con questo spirito e questa intensità la squadra non può andare lontano: la partita è stata molto brutta, senza ritmo, senza verve. I giocatori credevano magari che battere lo Sheriff fosse scontato. Invece così non è stato, nonostante la benedizione di un improvviso autogol.
L’episodio fortunato è arrivato al termine di un primo tempo orribile, durante il quale la Roma aveva anche perduto per la seconda volta (su quattro presenze) Renato Sanches a causa di un problema muscolare. Tutti vizi già visti: manovra lenta e prevedibile, scarsa concentrazione, limitato agonismo. Per almeno mezz’ora lo Sheriff di Roberto Bordin ha vinto quasi tutti i duelli e ha creato l’occasione più pericolosa sull’asse marocchino-camerunese: cross del capitano Talal, deviazione sul palo interno della punta Mbekeli, quattro minuti giocati al Mondiale in Qatar contro il Brasile. Svilar, il portiere di coppa, si è accorto del pallone solo quando era già rassegnato al peggio.
Nessuna traccia dello spirito di Budapest dunque. Mourinho, seduto in tribuna stampa come un giornalista, ha annotato tutto. Ricordando la scorsa stagione e la sconfitta contro il Ludogorets, aveva chiesto la massima attenzione. Invece non ha ottenuto alcun riscontro tecnico e/o caratteriale dai suoi giocatori, incapaci di liberarsi dalla marcatura a uomo studiata dallo Sheriff per i centrocampisti. Fino all’intervallo Lukaku si è mosso sempre spalle alla porta.
Almeno però la doppia scintilla del cambio obbligato e del pericolo scampato ha suggerito alla Roma di recuperare il controllo della partita: e il calcio piazzato di Paredes, proprio l’uomo subentrato per forza, è stato corretto da due avversari (l’autogol è stato attribuito al primo, Talal) sorprendendo il portiere Koval. In quel momento, curiosamente, Mourinho si era allontanato dalla tribuna, forse per comunicare con la panchina da una posizione più riparata.
A quel punto era immaginabile un secondo tempo in passerella, vista la differenza di valori. Ma la Roma non ha cambiato atteggiamento, anzi ha insistito sul giro palla flemmatico senza inventare niente. Per contro lo Sheriff ha mantenuto il baricentro basso aspettando di colpire. E ha pareggiato con merito da calcio d’angolo, dopo una carambola in cui nessun romanista riusciva a liberare l’area finché il difensore Tovar ha individuato il tiro giusto. A quel punto, con mezz’ora abbondante ancora da vivere, Mourinho ha ordinato tre sostituzioni insieme implorando Dybala di ripristinare la normalità.
È stato subito accontentato: dalla prima accelerazione del prodigioso additivo è nato il gol di Lukaku, agile e potente nel farsi largo e mirare l’angolo corretto. Diventano così 16 le sue reti in Europa League nelle ultime 12 partite, nelle quali tra l’altro ha sempre segnato. Ma è altrettanto rimarchevole il secondo assist di tacco consecutivo di Cristante, scalato a mezzala dopo l’ingresso di Paredes. Nel finale Bordin ha provato a risalire con i cambi e, nella distrazione generale dei difensori romanisti, ha creato un’altra opportunità con Talal, il migliore dei suoi, dopo che Cristante aveva fallito il 3-1 colpendo portiere e traversa. Lì Svilar ha salvato la vittoria con un intervento un po’ scomposto. In definitiva ottimo risultato: poco altro.