La Repubblica (G. Cardone – M. Pinci) – Paulo Fonseca sperava che queste ore servissero a scegliere chi tra Pellegrini e Pastore dovesse affiancare Dzeko nella partita “d’esordio” contro la Sampdoria. Invece s’è ritrovato immerso nell’ennesima tempesta primaverile della Roma. Il ds Gianluca Petrachi ha iniziato ieri a trattare il suo addio alla società, inevitabile dopo giorni in cui ha fatto di tutto per inimicarsi allenatore, giocatori e dirigenti. La bolla Petrachi è esplosa definitivamente con un messaggio offensivo inviato dal ds al presidente James Pallotta, un tipo non poco suscettibile. Il motivo dell’sms è che il ds si era offeso perché il presidente aveva dimenticato di citarlo in un’intervista in cui parlava del rapporto tra il tecnico Paulo Fonseca e i dirigenti.
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Quella però era solo un’anticipazione di un discorso più lungo, in queste ore sarebbe dovuto uscire il testo integrale in cui invece di Petrachi parlava egregiamente. Parole che difficilmente leggeremo: dopo aver ricevuto quell’sms infatti Pallotta ha chiesto ai dirigenti la “testa” di Petrachi. Che a sua volta si sente poco considerato nelle scelte di mercato e venerdì è partito per la sua Lecce, dove vive la famiglia. Il Ceo Fienga sta cercando di ricucire lo strappo e Petrachi di certo non si dimetterà. Le strade che restano dunque sono il licenziamento per giusta causa (impraticabile), l’esonero, con buonuscita di un anno, o la permanenza da separato in casa. In caso di addio è pronto a sostituirlo Morgan De Sanctis, come soluzione interna. La suggestione invece più avanti è quella di prendere Andrea Berta, ds dell’Atletico.