«Rivoluzione» è il termine maggiormente accostato alla Roma in queste settimane. È una rivoluzione pensare ad una squadra senza più De Rossi, che saluterà presumibilmente Manolas e Dzeko e che avrà un nuovo allenatore (Gasperini) più un nuovo direttore sportivo. Il lavoro che attende Petrachi non è facile. In primis dovrà abbassare il monte-ingaggi (ora, senza Luca Pellegrini al Cagliari, è di 90,9 milioni lordi) e poi acquisire calciatori che s’integrino negli schemi di Gasperini. L’ennesimo ribaltone di mercato è dunque alle porte. Il rischio, però, rispetto al passato – quando la Roma poteva mettere in vetrina i propri prezzi pregiati, raccogliere plusvalenze e poi investire nuovamente anche grazie ai soldi della Champions – è che stavolta il modus operandi possa rivelarsi più difficile. Perché il problema non è trovare un acquirente per Dzeko. Il bosniaco, anche se 33enne e con uno stipendio importante (4,5 milioni, 8,3 al lordo), ha ormai ammortizzato (4,2) il suo costo originario più i bonus maturati (21,053). E non lo sarà nemmeno per Manolas che ha una clausola rescissoria di 36 milioni. Ci saranno poi da fare valutazioni su altri giocatori: Pastore, Perotti, Nzonzi, Schick, tra tutti. Lo scrive Il Messaggero.