Il Messaggero (S. Carina) – Uniformità di giudizio. Basterebbe questa per non vivere domeniche come quella appena trascorsa. E invece il pestone della discordia da campo a campo assume forza, volume e intensità diverse. Il ds romanista Ghisolfi davanti alle tv urla che “ce n’est pas acceptable”; Fonseca dopo aver visto in Fiorentina-Milan assegnare rigori quantomeno curiosi non le manda a dire: “lo amo il calcio e non voglio contribuire a questo circo. Ogni cosa, ogni minimo contatto è rigore. Il calcio non è così“. Già perché ormai in Serie A vengono sanzionati i sospiri e si sorvola invece su falli evidenti. Così lo step on foot sulla linea di fondo di Nuno Tavares a Dodò che ha già crossato, viene considerato meritevole dal Var Abisso del richiamo on-field review per l’arbitro Mercenaro (che poi assegna il penalty).
La settimana dopo, episodio analogo in Napoli-Monza: Bianco pesta lo scarpino di Lorenzo ma dal Var nessun richiamo per il direttore di gara Manganiello. Motivo? Perché si tratta “solo della punta del piede di Bianco sul piede del terzino”. Si cambia di nuovo registro per Como-Verona: pestone di Sergi Roberto a Lazovic. L’arbitro sorvola, interviene il Var e il rigore viene assegnato. Si arriva così a Monza-Roma e al fattaccio Kyriakopoulos-Baldanzi. In questo caso è piede su piede: perché allora non accade nulla? Ripercorriamo quei secondi. Dal campo, l’arbitro La Penna dichiara: “Non è successo niente, niente!”. Dalla sala VAR arriva il supporto di Aureliano: “Gli dà un piccolo pestone sul piede, ma sta correndo e non sta guardando il pallone. Stanno correndo insieme, lui è fermo e sta guardando il pallone. Puoi riprendere il gioco. Loro stanno correndo, lo pesta nel piede ma non fa alcuna azione fallosa, ok?”. No, non è ok.
Perché se anche Gervasoni, Commissario Designatore CAN, domenica sera a Dazn nel corso del programma Open Var segue la linea-Aureliano (“Entrambi i calciatori guardano in aria, perciò riteniamo che lo scontro sia uno scontro fortuito di gioco”) come la mettiamo con quello che disse Rocchi non più tardi di qualche mese fa? Testuale: “Non occorre che ci sia la volontarietà per fischiare il fallo step on foot”. È cambiata la linea? Gli esegeti potranno sottolineare la differenza tra l’utilizzo dei termini fortuito e involontario anche se poi, sfogliando la Treccani, si legge che i sinonimi di fortuito sono accidentale, casuale, contingente, fortunoso e occasionale mentre i contrari sono pianificato, previsto e programmato. Sottigliezze linguistiche, quindi.
Non è invece un sofisma evidenziare la sfortuna che accompagna il signor Aureliano quando è chiamato a dirigere la Roma. Che sia nella veste di arbitro o di Var, poco importa. Qui accanto la tabella evidenzia 7 casi (2in queste prime 7 giornate di campionato) nei quali il fischietto bolognese ha sempre provocato dure lamentele da parte dei giallorossi. Che ci fosse Mourinho l’altro ieri, De Rossi ieri o Juric oggi, la sostanza non cambia. All’epoca il vecchio José aveva sbrigato la questione a suo modo: “La Roma agli occhi del potere è piccolina”. Era il 5 febbraio del 2022 dopo il gol annullato a Zaniolo in Roma-Genoa, guarda caso per un pestone di Abraham su Vasquez. Sono trascorsi due anni e mezzo e non è cambiato nulla. Anzi, sì: all’epoca lo step on foot di Tammy venne considerato fallo. Domenica quello di Kyriakopoulos no.