L’attaccante della Roma Diego Perotti ha parlato ai microfoni di Mediaset Spagna in vista del prossimo match di campionato contro la Sampdoria dell’ex tecnico giallorosso Claudio Ranieri. Lo spagnolo ha parlato anche di come sta vivendo sul campo la surreale situazione del Covid-19, che ha costretto il mondo dello sport e non solo ad uno stop forzato. Queste le parole del Monito:
Com’è stata la quarantena? Come sarà questo ritorno al campionato?
È stato un po’ strano per tutti, ritrovarti all’improvviso tanti giorni dentro casa, provando ad allenarti e mantenere la forma e il ritmo era difficile. Per quanto allenamento puoi fare a casa ovviamente non è lo stesso, contano molto i compagni, la palla, la competizione. L’Italia è stato uno dei primi paesi colpiti, oggi i casi sono molto bassi. Adesso aspettiamo di ricominciare, ci sono alcune squadre che hanno cominciato prima con la Coppa Italia. Sarà strano senza pubblico. Hanno aggiunto la regola dei cinque cambi, avremo tante partite ravvicinate e il riposo è fondamentale.
Come sarà giocare senza pubblico?
È come se fosse un’amichevole di inizio stagione, a porte chiuse. Si sente tutto, devi stare molto attento a quello che dici… Non è lo stesso, il calcio perde molto senza i tifosi, perde un po’ la sua essenza. Però è così e dobbiamo stare attenti.
Affronterete il Siviglia in Europa League, su campo neutro
Sì, affronteremo una squadra che mi ha dato tanto, dove sono cresciuto e sono diventato adulto. Affrontarli è sempre un piacere. Sarà una gara secca, senza andata né ritorno. Sarà su campo neutro e senza pubblico, a volte l’appoggio della gente quando sei esausto ti da un po’ di forza. Non ci sono vantaggi per nessuno. Siamo due squadre che hanno equilibrio, non vedo grandi differenze tra l’una e l’altra. Naturalmente spero che vinceremo noi. Sono dei rivali difficili, che conoscono bene l’Europa League, l’hanno vinta molte volte. Hanno una buona squadra, ma noi ci siamo mantenuti in forma durante la quarantena e siamo stati attenti. Sarà un’incognita, non solo per noi ma per tutte le squadre. Mi piacerebbe alzare un trofeo con la Roma.
Avete paura degli infortuni? Vi state preparando in qualche modo particolare?
Io sono un giocatore abbastanza propenso agli infortuni e ho approfittato di questo tempo per prevenirli. Credo che gli infortuni nel calcio ci saranno sempre, ovviamente giocare tante partite così ravvicinate è difficile, per questo la decisione di consentire 5 cambi è stata corretta. Credo che sia un modo per stare attenti e proteggerci, perché altrimenti non so quante squadre avrebbero potuto gestirlo. Un conto è avere una rosa ampia, un altro è averla ristretta e subire infortuni. Credo che la percentuale adesso aumenterà un po’.
Cosa ti è mancato di più durante la quarantena?
Questi mesi sono stati un po’ come un ritiro dal calcio. Mi alzavo la mattina e non facevo la mia solita routine, non vedevo i miei compagni di squadra ed ero abituato a vederli tutti i giorni, tutto il giorno, passiamo molto tempo insieme. Ho pensato che in futuro, quando lascerò il calcio, potrà essere così ed è stato brutto. L’incertezza è stata terribile, non sapevamo se saremmo tornati a giocare e mentalmente è stato stancante. Fortunatamente è stato superato, sperando che in tutto il Mondo si sistemi la situazione. In Argentina ad esempio i casi stanno aumentando, ho la mia famiglia e i miei amici lì e non è stato bello.
Si parla di Pedro alla Roma. Che ne pensi?
Non ho alcun rapporto con lui, ci ho giocato molte volte contro, prima quando era al Barcellona, poi qui a Roma mentre era al Chelsea. E’ un giocatore straordinario, sa giocare con entrambi i piedi. Ha vinto molto, ha tanta esperienza, è stato campione del Mondo. E’ un giocatore di livello. Ha un fisico che non dimostra gli anni che ha. Non ha mai avuto grandi problemi fisici.