Giorgio Perinetti, direttore sportivo del Venezia, è tornato a parlare della notizia che lo vuole futuro ds della Roma, con Antonio Conte sulla panchina. Ieri il dirigente ha già smentito l’ipotesi, queste le sue dichiarazioni odierne ai microfoni di Rete Sport:
Sentendo lei, sento la Roma. Lei viene da Anastasi…
Anastasi, nato il 17 gennaio. Era il dg della Roma, aveva grande attenzione per il settore giovanile. Una persona che mi ha insegnato tanto, mi ha dato i primi rudimenti di questo mestiere, gli sono sempre grato. Amico di Di Bartolomei, riuscì a trovare un accordo Bruno Conti. Un dirigente di livello.
Quanto era bella Roma?
Roma era stupenda, lo è ancora oggi, anche se tutti facciamo di tutto per rovinarla un po’. Un atteggiamento che non è rispettoso nei confronti della città più bella del mondo. Dovremmo sentirci più orgogliosi di sentirci romani.
Tornerebbe a lavorare qui?
Domanda scontata, sarebbe ipocrita dire no. Ma quelle di ieri non sono smentite di comodo: io non ho avuto nessun contatto con la Roma, non conosco il futuro di Conte. Sono suo amico, ma non di certo non interferisco. Se non parla lui, non parlo mai di cose di questo tipo. Non so quale sia il suo futuro, so che è determinato a fare bene gli Europei. Se riesce a far giocare discretamente bene la Nazionale quando ce l’ha per 3/4 giorni, pensiamo con 20/25. Poi del seguito se ne sta occupando Tavecchio
Perché queste voci di mercato? Perché mettere in giro una boutade simile? Un tentativo di far aprire i riflettori su chi la dà oppure ci sono motivi anche motivi cattivi sotto?
Credo che chi l’ha data sia in buona fede. Conte è appetito da diversi club, è chiaro che vuole lavorare e vuole farlo dove glielo fanno fare meglio. Chiaro che un allenatore simile voglia fare anche un’esperienza all’estero, tutti vorrebbero fare un’esperienza in Premier. Secondo me Conte non ha ancora scelto il suo futuro, se fosse la Roma a chiamarlo posso pensare che ovviamente prenderebbe in seria considerazione la chiamata. L’aspirazione di un allenatore è sempre quella di migliorare. Conte deve avere un seguito assoluto, non puoi prendere lui e poi dire “Oggi ci alleniamo una volta”, oppure “Oggi facciamo meno”. Sul suo libro dice che è molto stimolante fare la campagna acquisti con me. Si cerca insieme di costruire insieme ad un allenatore che è maniacale nella costruzione della squadra, bisogna assecondarlo. Lavora con la società, purché trovi i riscontri.
Come sta cambiando la figura del direttore sportivo in Italia?
C’è quel male necessario che sono gli agenti e le commissioni si pagano. Ora sono esplosi anche questi fondi di investimento, bisogna anche affrontare questa situazione.
Quando la commissione è più alta della valutazione uno che deve pensare?
Io faccio un discorso generale: oggi è un calcio più complicato. Le plusvalenze spesso sono necessarie, tenete conto che il campionato italiano solo da quest’anno sta recuperando appeal rispetto agli altri. Oggi il ruolo di ds è molto condizionato dall’influenza dei presidenti. Può essere anche giusto, ma abbiamo troppi presidenti che si sentono i possessori dei segreti del calcio. Di solito il presidente metteva la parola finale, ora il ds è un po’ accerchiato da questa situazione. Un ds ha un budget, deve rispettarlo ma di quello fa quello che gli pare. Altri accompagnano il lavoro del presidente, altri hanno più libertà.
Chi porterebbe a Roma nel mercato di gennaio?
Io sono convinto che Sabatini sappia benissimo chi portare alla Roma. Teoricamente la Roma potrebbe migliorare con qualche innesto, penso che in difesa ci sia da fare qualcosa di più. Poi il portiere è un altro argomento molto delicato. Alisson non lo conosco ma so che è un giocatore molto seguito.
Che ne pensa di questa globalizzazione esagerata?
Due problemi. 1) A livello giovanile facciamo ben poco, non c’è più l’insegnante che fa migliorare il calciatore nelle sue peculiarità specifiche. 2) Tutte le società impostano il mercato guardando all’estero, perché all’estero non ci sono i paletti imposti dalle fideiussioni. Effettivamente comprare un giocatore all’estero è più agevole. Poi noi siamo esterofili per natura. Prendiamo un giocatore con desinenza in -ic o -inho e ci sembra di aver portato un fenomeno. Florenzi per fare il suo percorso è dovuto andare al Crotone, vengono sempre date meno chance ai giocatori italiani.
Poi, però, la Roma rimuove Conti dal suo settore giovanile. Perché?
Conti ha passato momenti difficili nella Roma, quando fa il suo lavoro vuole autonomia e questo magari è scomodo per qualcuno. Il suo lavoro è stato sempre un po’ travagliato nonostante abbia portato diversi benefici. Non c’è più una sola persona che comanda. Bruno ha fatto sicuramente tanto per la Roma, mi auguro che tutto si chiarisca.
C’è chi ha detto che è stato lei a mettere in giro l’indiscrezione sul tandem Conte-Perinetti a Roma nella prossima stagione.
E’ una cosa stupida, sarei un idiota a metterla in giro io. Il primo che esce è sempre quello che poi il posto non se lo prende. Diciamo che a Conte si associa spesso Perinetti, al Bari e al Siena gli ho dato la possibilità di allenare ma l’ho fatto perché avevo stima di lui.
Comunque viva Roma.
Esatto, e anche la Roma. La Roma fa parte di Roma, il tifoso giallorosso si rispecchia in Roma. Più in generale dovremmo ricordare sempre che il calcio è una grande passione popolare, andrebbe rispettata. Bisogna aver rispetto delle passioni popolari, non avvilirle. Il tifoso ama la sua squadra, l’amore va sempre rispettato in qualsiasi forma si proponga.