Il Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Sembra incredibile, però Francesco Totti in questi giorni che concludono l’inverno è una presenza ristagnante ai margini della vicenda della squadra. I compagni dovrebbero in teoria prendere posizione o comunque mostrarsi interessati alla fine di un rapporto esclusivo durato un quarto di secolo. Tentano invece di pensare ad altro. Non è neppure incomprensibile: siamo a giovedì, doman l’altro è già campionato e non una giornata qualsiasi. E’ il momento dello scontro diretto con l’Inter, quello che può valere il terzo posto se non di più. Vale di più se la Roma vince, perché significherebbe staccare forse definitivamente una delle rivali più pericolose e nel frattempo insidiare non troppo da lontano il Napoli.
PIANI – La Roma passando a Udine si è guadagnata la facoltà di disputare il testa a testa da posizione di vantaggio: 5 punti di margine significano che persino in caso di sconfitta nulla sarebbe perduto. E’ a 5 punti anche la Fiorentina, quindi comunque vada la Roma manterrà il terzo posto alla fine della prossima giornata. Nulla che consenta di dormire tranquilli, magari anche dopo il fischio d’inizio. Però l’allenatore Luciano Spalletti ha la possibilità di studiarsi con calma la partita, progettare un piano principale e parecchi di riserva, avvertire, insieme con i giocatori, la consapevolezza che adesso c’è persino il margine sufficiente per rimediare a eventuali errori d’impostazione. Che possono verificarsi proprio per l’abbondanza delle scelte disponibili. Tanto per cominciare, Spalletti deciderà come al solito partendo dall’avanguardia. Dilemma più filosofico che tecnico, il suo: continuare a concimare la crescita di Dzeko oppure occupare capillarmente il campo avanzando il tridente leggero con Perotti, Salah ed El Shaarawy?
ALTERNATIVE – Troppe cose a cui pensare per prestare reale attenzione a quanto sta succedendo intorno a Totti. Persino a centrocampo Spalletti ha un bel mazzo da cui pescare, visto che ha recuperato appieno anche De Rossi. Pjanic è abile a arruolato, Nainggolan idem, Keita e Vainqueur dicono presente, volendo – Spalletti, come Garcia, non vuole quasi mai – Uçan è utilizzabile. Un però non manca mai in questa stagione romanista: oltre a Digne, sono in diffida i suddetti Pjanic e Nainggolan. Siccome subito dopo l’Inter, o meglio dopo l’Inter e la pausa pasquale, si materializza la non meno pericolosa Lazio, mettere tutti in campo è rischioso. Una spazzolata di cartellini gialli e ci si ritrova la squadra decimata. Quindi: primo, decidere se rischiare o meno; secondo, pensare a un’alternativa. Uçan, d’accordo, ma Spalletti potrebbe persino sbrigliare definitivamente Kevin Strootman, al quale il posto fisso comincia a mancare. Certo, logica vorrebbe che si aspettasse ancora approfittando della sosta del campionato prima di giocarsi il tutto per tutto sul ginocchio tormentato dell’olandese. Ma è vero che prima o poi la prova del fuoco bisognerà superarla. Sta così così Manolas, infastidito da un adduttore affaticato. In compenso è tornato ad allenarsi, come da profezia, Rüdiger. Castan è bloccato da un attacco influenzale tormentosamente lungo e comunque non avrebbe avuto spazio. Anche la sua è una situazione che prima o poi andrà affrontata.