La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Ora o mai più. Perché senza Paulo Dybala, adesso tocca a Lorenzo Pellegrini prendere per mano la Roma e provare a portarla il più in alto possibile, magari anche in Champions League.

Il capitano adesso ha nove partite, di fatto nove finali davanti a sé per cercare di dare un senso a questa stagione. E, forse, anche alla prossima. Pellegrini finora ha vissuto una stagione in altalena, con più bassi che alti. Il momento di massima estasi è stato ovviamente il gol segnato al derby, contro la Lazio, lo scorso 5 gennaio.

Tra l’altro, una delle poche fiammate di questa stagione, visto che di gol ne ha segnati solo altri due: al Braga in Europa League e all’Udinese in campionato, su calcio di rigore. Per uno che era abituato a girare in doppia cifra (o giù di lì), sono francamente pochini.

Ci sono però queste 9 partite di fine campionato per migliorare anche questi numeri, oltre che cambiare la percezione generale della stagione. Perché Pellegrini finora ha giocato 30 partite, di cui solo 21 da titolare. Il che, sostanzialmente vuol dire che non è più titolare indiscusso come di fatto lo è stato in tutte le ultime stagioni.

Con queste nove partite Pellegrini può colorare di diverso anche il suo futuro. A oggi, infatti, il domani prevede una probabile separazione, con Inter e Napoli che si sono già fatte sentire nei mesi scorsi e sono pronte ad accoglierlo a braccia aperte. Pellegrini, però, in cuor suo spera sempre che qualcosa possa davvero cambiare e che possa ancora una volta riprendersi la Roma.