Il Messaggero (S. Carina) – Che non fossero piaciute le parole di Petrachi a Sky su Pellegrini, era lecito attenderselo. Perché nel momento in cui, parlando del futuro capitano della Roma, si addossa soltanto a quest’ultimo la responsabilità se restare o meno, è chiaro che può infastidire. E così ieri a Trigoria è stato avvistato l’agente del ragazzo che ha voluto ribadire la posizione del suo assistito. Rimarcare costantemente che Lorenzo sia romano e romanista, dimenticando che si parla di un professionista che a 23 anni ha già collezionato 119 presenze in Serie A e 12 gettoni in Nazionale, inizia a diventare stucchevole. Perché giocare sulla mozione degli affetti, lasciando intendere che a fronte di un’eventuale partenza le responsabilità sarebbero tutte da una parte, non corrisponde alla realtà. E a gennaio il Ceo Fienga disse: “Non ora, ma lo convinceremo con un progetto ambizioso“. E Pellegrini è ancora lì che attende. Non ne ha fatto mai una questione di soldi e non ha fretta, ma è evidente che ora la palla passi al club. La via più semplice è tracciata da tempo: sedersi, rinnovare e togliere la clausola. Ma per farlo, bisogna essere in due.