Il Tempo (L.Pes) – Protagonista in Nazionale, in difficoltà nella sua Roma. Una sosta che può fare soltanto del bene a Lorenzo Pellegrini. Il capitano giallorosso sta vivendo una stagione tutt’altro che positiva con la sua squadra, dopo l’exploit del primo anno di Mourinho. Qualche fischio dell’ Olimpico e tante critiche dei tifosi, alle quali però Lorenzo ha sempre risposto, a detta sua, con l’impegno sul campo. Mou non ci rinuncia mai, anche quando non è al meglio fisicamente, e Mancini lo schiererà stasera contro l’Inghilterra come ala sinistra del tridente d’attacco. Una situazione paradossale per Pellegrini, che in effetti a livello di numeri non sta confermando quanto di buono messo in campo lo scorso anno, anzi, il suo rendimento è tremendamente calato.
Dai 14 gol stagionali (9 in campionato) è passato ai soli 2 di questa stagione in Serie A (entrambi su rigore) sommati ai 3 in Europa (due su rigore). Un solo gol su azione, insomma, in oltre trenta partite. Ma non solo. Quello che è cambiato rispetto al passato è la sua efficacia all’interno dei novanta minuti. Spesso uomo decisivo con passaggi illuminanti e aperture millimetriche fino a qualche mese ta oggi fatica a tenere il pallone spesso perde i contrasti. Un calo che si può spiega certamente con un cambiamento della sua posizione in campo.
Pellegrini di oggi, infatti, è molto più centrocampista di quanto non lo fosse l’anno passato. Al di là di condividere la trequarti con Dybala (un onore secondo il capitano giallorosso), il suo raggio di azione si è spostato, ma soprattutto è aumentato il campo da coprire. Tanta corsa, insomma, che non gli permette di essere lucido nell’ultima porzione di campo, quella nella quale dovrebbe incidere. Se lo scorso anno Cristante e Mkhitaryan, con Oliveira da gennaio, lasciavano a lui la líbertà di agire sulla trequarti, ora il compito di tenere insieme centrocampo e attacco non lo aiuta in termini di bonus.
In diverse occasioni, tra l’altro, Mourinho lo ha utilizzato come uomo ombra șul regista avversaio, come ad esempio con Lobotka a Napoli o con Locatelli in Roma-Juventus. Una consegna abbastanza sacrificante per una mezz’ala diventata quasi se- conda punta col passare degli anni. Difficoltà tattiche a parte, il capitano giallorosso deve certamente ritrovare lo smalto che gli manca, di fatto, da della inizio stagione. Da troppo tempo alla ricerca della miglior forma, nelle ultime unidici gare di campionato più quelle europee è chiamato a dare molto di più, trascinando i propri compagni ad una qualificazione in Champions League ancora più che possibile.