Non è un 10, non avrà mai la 10. Totti era un’altra storia. Certo che Totti era altro, ma Pellegrini è tanta roba comunque, lo si capisce anche nel pomeriggio in cui non disputa la sua migliore partita per continuità, ma entra nelle due reti della vittoria. Lorenzo, dopo i tre assist con il Sassuolo (più quello di ieri sono quattro in due partite) è stato paragonato a chiunque. Totti, come detto, ma pure Giannini. I due ultimi grandi capitani e numeri 10 della Roma, ecco perché è venuto facile stampare idealmente quel numero sulla maglia di Pellegrini, che magari tiene alla sua 7 e quella vorrà mantenere. Pellegrini non è né Totti, né Giannini, ma di tutti e due è un po’, che già basta. Di Francesco ha preso la capacità (ancora non esplosa del tutto) di vedere il gioco in verticale, la girata secca verso il compagno lanciato a rete; di Peppe ha la semplicità, l’eleganza e qualche boccone di leadership. I gol ancora non arrivano. Però ci prova, Lorenzo è quello che contro il Bologna ha tirato in porta più di tutti. Pellegrini per innescare il processo verso il gol si batte per tirare le punizioni. Ecco, qui ancora non ci siamo. Arriverà, forse, anche quel momento. Per adesso deve accontentarsi di litigare con Kolarov. Lo scrive Il Messaggero.