Corriere dello Sport Roma (C. Zucchelli) – La loro rincorsa è iniziata ieri. Senza fretta, perché la stagione è lunga e nessuno, a Trigoria, ha voglia di rischiare e di perdere Lorenzo Pellegrini e Paulo Dybala per un tempo più lungo. Nella sfortuna, l’ennesimo infortunio di due giocatori che devono e dovranno fare i conti con un fisico spesso fragile, la buona notizia: entrambi staranno fuori circa un mese. E quando di quattro settimane due sono di sosta puoi tirare un sospiro di sollievo.
Soprattutto può farlo Dybala che, infatti, ha un umore migliore rispetto a quello del capitano giallorosso con cui ieri era a Trigoria a lavorare.
Facile capire perché: per l’argentino non si tratta di uno stop muscolare, ma di un infortunio traumatico successivo a uno scontro di gioco. Un problema al collaterale, poi, è migliore di uno al menisco o addirittura al crociato e quindi, dopo la rabbia iniziale, sorrisi, concentrazione e serenità. Dybala era al Bernardini, ha iniziato a fare fisioterapia e così continuerà a fare anche a casa. Il dolore c’è ancora, ma il morale è alto. Tra qualche giorno, Dybala farà un altro controllo e i tempi di recupero saranno più chiari.
L’obiettivo è quello di essere al top per la trasferta contro lo Slavia Praga e il successivo derby, tre giorni più tardi.
Discorso simile per Pellegrini, almeno a livello di date. L’umore del capitano romanista, nei giorni scorsi, era meno sereno rispetto a Dybala ed è anche comprensibile visto che il problema fisico, per l’ennesima volta, è ai flessori.
Di Lorenzo, spesso, si dice che è un giocatore fragile dal punto di vista muscolare e da una parte è vero, dall’altra no. Perché da quando è tornato alla Roma, tra club e Nazionale, ha una media superiore alle 40 partite a stagione. È vero che Pellegrini si trova costretto spesso a fare i conti con problemi fisici, ma lui ce la sta mettendo tutta, tanto da essersi costruito uno staff personale .
Ma, per adesso, non basta. Anche perché c’è una buona dose di sfortuna che accompagna lui e la Roma.