Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Si è preso la Roma. Lo ha fatto con una personalità che ha sorpreso solo chi non lo conosce. Lorenzo Pellegrini ha giocato la prima partita da titolare in giallorosso contro il Verona, ha dimostrato subito che non era stato presuntuoso quando il giorno del suo ritorno alla Roma disse: «Se sono qui è perché ho fatto un percorso che mi ha portato a essere pronto, non sono più un ragazzino». Ha bruciato le tappe. Ha esordito in azzurro quando non aveva ancora compiuto ventuno anni, nella Roma con Garcia quando ne aveva appena diciannove. Due stagioni da titolare nel Sassuolo, sabato la prima dall’inizio con la maglia giallorossa. Pochi giocatori nella storia della Roma sono arrivati in Nazionale così giovani.
BUONA LA PRIMA – Il suo ritorno a Trigoria lo vive serenamente. Si trova bene, vorrebbe giocare sempre, ma conosce le regole di Di Francesco. Ogni titolare alla fine della stagione avrà messo insieme più di trenta presenze. Con il tecnico ha mantenuto un ottimo rapporto, lo ha conosciuto con due anni di anticipo rispetto ai compagni, sa cosa vuole, richiede un gran lavoro dai centrocampisti. I movimenti li conosce, sono gli stessi che faceva nel Sassuolo. E’ felice che il suo inserimento abbia aiutato la Roma, la manovrà sabato è stata più fluida, Pellegrini ha permesso a Nainggolan di avere più libertà negli inserimenti e ha coperto Florenzi, ha cercato sempre la giocata in verticale tra le linee. Sa che con Di Francesco non ci saranno intoccabili, è pronto a tornare al suo posto, ma anche l’approccio con i tifosi lo ha reso felice. A Roma vive con la sua fidanzata Veronica, è lei la donna della sua vita, hanno preso casa al Torrino. La famiglia è rimasta al Tuscolano: grande equilibrio, un punto di riferimento per Lorenzo. Quelli nella squadra sono De Rossi e Florenzi, cerca di apprendere da loro e dagli altri leader della squadra.
SABATO PERFETTO – L’obiettivo di Lorenzo è vincere con la Roma e andare al Mondiale da protagonista. Ce la metterà tutta: «Sognavo un bel debutto e speravo di far bene, ma era importante vincere e lo abbiamo fatto: un sabato perfetto. Non vincevamo da un po’ per la partita di Genova rinviata e il pareggio con l’Atletico, che dal mio punto di vista è un buon punto. Era importante dare un’impronta positiva e lo abbiamo fatto. Potevamo segnare anche di più ma va bene cosi». E’ felice anche per Florenzi, che è suo amico anche per una questione generazionale: «Un rientro incredibile, dopo due infortuni è tornato con serenità, forza e voglia. Sabato ha corso più di tutti, è stato impressionante».