Corriere dello Sport (L. Scalia) – Sembra che a parlare sia la stessa persona. Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini hanno espresso concetti simili dopo il pareggio di Cagliari. Perché la Roma è una squadra in costruzione, lontana inevitabilmente dalla migliore versione di se stessa. «Il gol, è mancato quello. A parte questo credo che ci siano state tante cose positive sulle quali abbiamo lavorato, come l’equilibrio che abbiamo cercato di avere. Nel finale cercando di sbilanciarci è normale che si possa rischiare qualche contropiede, ma c’è da dire che quando loro ripartivano ho visto rutti i miei compagni correre all’indietro con la voglia e con l’intensità di chi non vuole perdere ed è una cosa fondamentale», ha detto il capitano riavvolgendo il film della partita.
All’Unipol Domus Pellegrini ha avuto una palla gol. Al di là della rete annullata per fuorigioco, il centrocampista ha mancato l’appuntamento con l’esultanza dopo il velo di Dovbyk. Era una sorta di rigore in movimento, ma con un coefficiente di difficoltà più alto. «Sono arrivato col passo lungo e poi è stato bravo Scuffet a bloccare il tiro, è un peccato non aver segnato», ha ammesso rivedendo l’azione. Insomma, l’inizio è stato in salita per Lorenzo, che nel finale della scorsa stagione ha cambiato marcia. In primis perché De Rossi l’ha lasciato più libero di esprimersi negli ultimi metri. Il capitano, va sottolineato, ha centrato 21 passaggi riusciti e vinto 2 duelli.
La missione è tornare in Champions League, ma questa parola il capitano non la pronuncia: «Credo che sia importante che la Roma abbia elementi che sappiano giocare a pallone. Negli ultimi anni in campionato non siamo arrivati dove volevamo arrivare. Alla fine stavano indi tro rispetto ad altre squadre e quest’anno vogliamo fare meglio». Insomma, l’obiettivo è il quarto posto.