Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Sembra essere distante anni luce il tormentone della clausola rescissoria che tenne banco per un’intera estate terrorizzando i tifosi romanisti ma preoccupando anche quel José Mourinho che da lì a poco avrebbe regalato a Lorenzo Pellegrini la stagione più importante e intensa della sua carriera. Eppure sono trascorsi solo tre anni da quel rinnovo, e i discorsi sul capitano della Roma sono totalmente cambiati. Anzi, stravolti. Da simbolo del club, l’unico ad alzare una coppa europea a distanza di 61 anni dall’ultima volta, a capitano fischiato, contestato e, per certi versi, anche screditato. Un incubo che si è materializzato anche su Pellegrini dopo Florenzi e Dzeko, una fascia da capitano pesante come un macigno e che sta compromettendo inevitabilmente la sua carriera. L’espulsione di giovedì sera e i fischi dell’Olimpico all’uscita del 10 azzurro dal campo sono stati soltanto l’ultimo episodio di una frattura tra Lorenzo e la tifoseria giallorossa.
Ma dove è finito quel Lorenzo Pellegrini che nella prima stagione con Mourinho ha dimostrato tutte le sue qualità segnando 14 gol, servendo 8 assist e trascinando la squadra alla vittoria della Conference? Resta un mistero per i tifosi, per lo Special One col quale non ha chiuso l’esperienza romana proprio nel migliore dei modi, per De Rossi che lo ha visto giocare positivamente solo nelle prime gare dopo il cambio in panchina, e per lo stesso Juric che ne fa un punto di riferimento sulla trequarti ma senza averlo ancora visto brillare. E adesso gli anni stanno passando, e le speranze di vederlo tornare quello di tre anni fa cominciano a svanire. “È questo il vero Pellegrini, un giocatore normale al quale è stata affidata una fascia da capitano solo perché romano e romanista”, è il parere di tanti tifosi.
Ma basta questo per ricevere una contestazione così importante dalla tifoseria? Il peso della fascia, dicevamo, ma anche di prestazioni non all’altezza, delle aspettative che si erano create su di lui al momento di quel rinnovo di contratto firmato nell’ottobre del 2021 dopo un tira e molla di mesi, e un contratto quinquennale a sei milioni di euro netti a stagione, bonus compresi, che lo hanno automaticamente promosso alla categoria top player. Senza però riucire a mantenerla in campo. Almeno non con quella costanza che i tifosi si aspettavano. Tra un anno e mezzo il contratto di Pellegrini scadrà, ma nessuno al momento sembra esserne preoccupato. Né sono partiti contatti tra le parti per discuterne uno nuovo. Tutto l’opposto rispetto a quattro anni fa, quando i tifosi chiedevano il prolungamento a gran voce. Adesso il capitano non è incedibile, e di certo un rinnovo verrebbe discusso a cifre diverse da quelle attuali.
A pesare tra Lorenzo e la tifoseria anche il rapporto teso con Mourinho nel periodo del suo esonero, con i fischi che hanno accompagnato lui e la squadra smorzati soltanto dal ritorno di De Rossi. Ecco, pure l’addio di Daniele non ha certo aiutato, una contestazione pesante anche nei suoi confronti sebbene Pellegrini avesse cercato in tutti i modi di evitare l’esonero. Ma a giochi fatti. “Non sono uno da pagliacciate, ma che è abituato a dire la verità. Quel giorno mi è capitato di dire la verità su ciò che pensavo. Poi sono successe tante altre cose sulle quali non è stata chiesta la mia verità e le cose sono andate così”. Il riferimento naturalmente è alla società.
Parla poco Pellegrini, e forse anche questo non ha aiutato il suo approccio da capitano. Troppo silenzioso. Un peccato, perché poi quando invece si fa sentire i concetti sono chiari e i messaggi trasmessi fanno breccia tra i tifosi. Ma forse adesso è il momento del classico “testa bassa e pedalare” per cercare di uscire da quella voragine di negatività nella quale è stato risucchiato e dalla quale non riesce a uscire. Il tempo dirà se troverà la strada giusta a Roma per riacquistare fiducia oppure se avrà bisogno di una nuova avventura per tornare a giocare libero e spensierato.
Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]