Il Corriere dello Sport (R. Maida) – Il miglior giovane italiano del campionato ha gli occhi attenti e l’eloquio svelto. Impara in fretta, Lorenzo Pellegrini, e con questo spirito è arrivato a giocare 20 partite in Serie A segnando pure 3 gol che a conti fatti sono stati determinanti per portare il Sassuolo in Europa per la prima volta nella storia. Nessun italiano del 1996 ha giocato così tanto e così bene. Qualcuno anzi, come dimostra la finale di ieri vissuta proprio al Mapei Stadium, alla sua età ancora sgomita in Primavera. Pellegrini è del Sassuolo ma è anche un po’ della Roma, che l’ha svezzato e trascinato fino alla Serie A con un lampo nell’era Garcia: venduto un anno fa per 2,4 milioni, può essere riacquistato grazie a una clausola da 8 milioni (quest’anno) oppure 10 (l’anno prossimo). Nel frattempo per questo centrocampista d’incursione che ha conquistato anche il posto da titolare nell’Under 21 si sono fatte avanti tante squadre.
Lorenzo, dove vuole arrivare?
«Onestamente non lo so. Non sono il tipo che sogna la Champions League o la Coppa del Mondo, non ci ho mai pensato. Penso a crescere e dare il massimo di quello che ho dentro».
Il massimo, a vent’anni, cos’è?
«Essere ambiziosi e avere voglia di migliorarsi. Se lo scorso anno ho giocato un po’ di partite, il prossimo conto di farne di più. Anzi, se il Sassuolo farà 38 partite io ne voglio giocare 39».
Quindi resta al Sassuolo.
«Io vorrei restare. Abbiamo faticato tanto per arrivare in Europa, mi piacerebbe giocarla qui».
La sua priorità è giocare, quindi.
«Naturalmente. Bisogna porsi degli obiettivi. E a Sassuolo ci sono le condizioni per maturare. In un’altra squadra di Serie A forse non sarebbe possibile. Pensi, nelle prime 12 partite qui non avevo fatto nemmeno un minuto. Eppure mi hanno aspettato pazientemente, aiutandomi».
Perché altrove non si investe sugli italiani?
«Non è una domanda a cui posso rispondere io, visto che sono stato parte in causa alla Roma. Bisognerebbe chiederlo ai direttori sportivi delle altre squadre».
Sabatini, ds della Roma, dice che i giovani italiani bravi non esistono.
«Per me sarà uno stimolo in più per fargli cambiare idea. Io posso solo ringraziare lui e la Roma per avermi fatto arrivare in serie A».
Non l’ha delusa?
«Ma no. Sabatini ha le sue idee e io le rispetto. La stima, credo reciproca visto il diritto di recompra che si è tenuto la Roma, rimane immutata. Ed è andata bene così perché io al Sassuolo sono contento».
Come spiega il miracolo europeo di questa società?
«Non so se si possa chiamarlo miracolo. E’ stata sicuramente una stagione stupenda ma la sorpresa è stata più per gli altri che per noi. Dentro allo spogliatoio all’Europa abbiamo pensato da subito».
Si può ancora crescere con un patron come Squinzi?
«Sicuramente. Lui ci ha già chiesto di andare oltre. Vuole 8 punti in più rispetto all’anno scorso. Anzi, ne avrebbe voluti 10 ma siccome in questo campionato abbiamo portato a casa un +12 ce ne ha abbonati 2…».
Sassuolo come il Leicester. Sarà mai possibile?
«Tutto è possibile nella vita e nel calcio. E qui c’è una base importante di giovani: Politano, Berardi, Sensi, Mazzitelli. Bravi calciatori e ottimi ragazzi. Stiamo dando una mano anche al calcio italiano, in prospettiva: con l’esperienza un giovane può arrivare in Nazionale più pronto».
Chi esploderà tra i suoi compagni nella prossima stagione?
«Matteo Politano. Ha già fatto bene in questa stagione ma crescerà ancora. E’ un piccoletto che ti fa girare la testa quando ti punta. Non so se possa servire da subito alla Nazionale, dipenderà anche dal nuovo ct, ma le capacità ci sono tutte. Come per Berardi, ovviamente».
La Roma ha lasciato andare Politano, classe ‘93, e si è svenata per Iturbe, classe ‘93. Dov’è l’errore?
«E’ difficile rispondere. Non si può mai sapere dove ti porta una scelta. Se la Roma avesse puntato su Politano e Matteo non avesse reso, si sarebbe detto che Sabatini aveva sbagliato a non investire su Iturbe o comunque su un grande acquisto di mercato».
Intanto per Pellegrini si sono spalancate le porte dell’Under 21.
«Ed è un onore indossare la maglia azzurra. L’altra sera a Venezia ancora di più, visto che si giocava pensando a Valeria Solesin. Vediamo di conquistare l’Europeo, che è uno dei miei obiettivi di questa stagione. Speriamo di presentarci al via nel migliore dei modi».
Di Francesco andrà ad allenare un club da scudetto?
«Glielo auguro perché lo merita. Cura le partite nei minimi dettagli, non gli sfugge niente. Ma adesso spero che resti con noi al Sassuolo, è stato molto importante per me specialmente quando non giocavo».
E di Rudi Garcia, che l’ha fatta debuttare in serie A, cosa pensa?
«Tutto il bene possibile, gli sarò sempre grato. Ha dato una possibilità a me, che sono romano e romanista: un sogno… Nella situazione in cui si è trovato è stato forse inevitabile il suo esonero ma sono convinto che si rifarà presto».
Tornerà mai alla Roma?
«Non posso negare: ci spero. Ho passato dieci anni della mia vita dentro a quella società. Ma è meglio non correre, perché esiste il Lorenzo ragazzo che tifa Roma e anche il Lorenzo professionista. Mi rifaccia la domanda iniziale».
Lorenzo, dove vuole arrivare?
«Ecco, se c’è un obiettivo è proprio questo: tornare alla Roma. Però c’è tempo, aspettiamo che si creino le condizioni perché questo accada. Io ora sto benissimo al Sassuolo, sul serio».
Se le offrono di prendere una strada, Roma o Barcellona, da che parte va?
«Tutta la vita a Roma».