Pellè dà una mano all’Italietta di Conte

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Il Tempo (S. Pieretti) – L’importante è metterla dentro. Anche con un braccio. Gol. L’Italia supera di misura la selezione maltese e vola in testa al girone delle qualificazioni europee. Ma è necessario un tocco di braccio di Pellè a venti minuti dalla fine per rompere l’equilibrio dopo una prestazione opaca.

I Cavalieri di Malta non son certo un’attrazione calcistica per palati fini, Firenze risponde con una tiepida accoglienza. L’Italia si presenta in bianco, con la casacca solcata dal tricolore; si torna all’antico, non per cavalleresco dovere di ospitalità ma per imposizione del marketing. Conte schiera la sorpresa Gabbiadini accanto a Eder e Pellè. L’occasione è quella giusta, il pareggio della Croazia contro l’Azerbaijan regala ulteriori motivazioni per conquistare la vetta del girone.

Al Franchi c’è una metà campo da vendere, si gioca a una sola porta con Ghedin che piazza i suoi uomini sopra i bastioni; ognuno va in battaglia con gli uomini che ha, e soprattutto sceglie la strategia che meglio crede: difesa a oltranza – e ci mancherebbe – catenaccio e contropiede. Pirlo e Verratti provano a tessere la tela con pazienza, Pellè è molto mobile, agisce su tutto il fronte d’attacco e soprattutto tira in porta quando ne capita l’occasione: risulterà il migliore in campo. Un quarto d’ora di pressione, poi gli azzurri provano a stanare gli avversari concedendo loro qualche metro di campo. Pellè non sfrutta di testa un buon angolo calciato da Pirlo, ma di testa le prende tutte lui. Il ritmo si abbassa, i maltesi mettono il naso fuori dalla propria metà campo calciando senza successo dalla distanza con Failla.

Alla mezz’ora i cavalieri di San John partono lancia in resta e minacciano la porta italiana con Effiong che – dopo aver eluso Bonucci – cerca il palo più lontano con un destro che non esce di molto. Gli azzurri provano a sfruttare i calci piazzati; Pirlo telecomanda palloni al centro dell’area, Pellè domina nel gioco aereo ma fatica a inquadrare la porta. Si cerca allora la soluzione individuale; Bertolacci prova un sinistro intercettato dal portiere, Eder lascia tre avversari sul posto e sfiora il palo dopo una rapida incursione: non è facile trovare la combinazione per aprire la cassaforte maltese. Nella ripresa lo spartito è lo stesso, cambia il ritmo degli azzurri che ora giocano con maggior intensità. Gabbiadini dà cenni della sua presenza con un sinistro che si stampa all’incrocio: un lampo nel buio, il napoletano è impalpabile quasi quanto Bertolacci già richiamato in panchina per far posto a Parolo. E’ difficile penetrare in area, quando gli azzurri lo fanno peccano di precisione; Pellè fallisce un’ottima occasione calciando di sinistro sull’esterno della rete.

Ma il riscatto è dietro l’angolo: il centravanti del Southampton sfrutta un’uscita a vuoto del portiere dopo un cross ben calibrato di Candreva: il tocco è ravvicinato – col braccio – irregolare ma efficace. Uno a zero. Ora che la cassaforte maltese è aperta, l’Italia sfiora il raddoppio con Eder che fallisce un’opportunità clamorosa certificando una prova negativa. «Contava vincere – sottolinea il ct Conte al fischio finale – purtroppo quando non si concretizzano le occasioni il risultato resta in bilico. Sono contento della voglia che hanno messo i ragazzi, è un girone equilibrato. Nessuno regala niente a nessuno, il calcio si sta evolvendo in tutti i paesi, non esistono più le squadre materasso». Domenica sera c’è la Bulgaria, la Francia non è poi così lontana.

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