La Repubblica (R. Caponetti e G. Cardone) – “Pedro non ha mai fallito una finale. Alla Roma ha fatto un anno strano ma è un grande giocatore, ha vinto tutto ma viene sottovalutato. È disponibile, tecnico e rapido: ho un debole per i calciatori così”.
Era il 5 luglio quando a Sportitalia Maurizio Sarri elogiava così Pedro. Parole che tornano d’attualità a più di un mese di distanza perché Pedro, esterno in uscita dalla Roma, tornerà agli ordini del Comandante dopo l’esperienza al Chelsea. Il 34enne spagnolo ha raggiunto l’accordo con la Lazio (2 milioni annui più bonus) che addirittura spera di averlo già a Empoli.
Scenario difficile, visto il clima derby la Roma fa il suo gioco: non vuole regalarlo a Lotito e prende tempo in attesa di sciogliere il nodo indennizzo. Possibile l’inserimento di un bonus legato alle presenze o l’utilizzo della stessa formula di Dzeko all’Inter, che pagherà 1,5 milioni in caso di qualificazione in Champions.
L’operazione porta benefici a tutti: la Lazio ha l’esterno low cost che cercava (in attesa di capire il futuro di Correa, conteso tra Inter ed Everton), la Roma risparmia 7,8 milioni al lordo fino 2023 (più 2,5 di tasse per il Decreto Crescita se lo cede in Italia), e lo stesso Pedro trova una sistemazione gradita.
Il suo arrivo però divide la tifoseria. “Gli scarti della Roma no“, “è a fine carriera” commenta chi è contrario all’acquisto. “Se l’ha chiesto Sarri allora va bene”, dice invece chi è favorevole a patto “che non sia lui l’unico colpo in attacco”.
Sono rimasti tutti sorpresi, in città. D’altronde è una trattativa clamorosa, solo in 6 nella storia sono passati direttamente dalla Roma alla Lazio: l’ultimo nel 1985, Astutillo Malgioglio, ben 36 anni fa. Gli altri sono Attilio Ferraris (‘34), Sergio Petrelli (‘72, nel ‘74 poi vincerà lo scudetto con Maestrelli), Franco Cordova (‘76), Michele De Nadai (‘81) e Carlo Perrone (‘82).