Non sembra fermarsi ad Alessandro Matri la politica di rinnovamento del parco attaccanti del Milan, in realtà un’opera massiccia che coinvolgerà entro le prossime due sessioni di mercato sia Robinho che Pazzini. El Shaarawy fa caso a sé, per ovvi motivi, oltre che fin che c’è Allegri non viene strettamente considerato una punta. Il tecnico lo vede come esterno offensivo, non come trequartista di spaccatura e tantomento come attaccante d’appoggio.
Questa premessa è rivolta soprattutto al destino di Giampaolo Pazzini, segnato dall’arrivo del bomber bianconero pupillo dello staff tecnico e dall’infortunio che lo terrà in degenza fino a novembre: è un periodo di latenza nel quale il Milan punta a rimetterlo a posto per poi sistemarlo a gennaio, e non a caso circola già il nome del possibile sostituto, visto che passando alla coppia tradizionale in avanti c’è necessità (soprattutto se i rossoneri accederanno agli ottavi di Champions League) di un ricambio in più.
Tutti gli indizi, e le voci interne, portano ad Alberto Paloschi, altro prodotto del settore giovanile rossonero, ancora in compartecipazione (rinnovata) con il Chievo. Qualcuno si era giustamente chiesto del perché i gialloblu avessero forzato la mano per arrivare ad Ardemagni (altro ex Milan, altro giocatore prevalentemente d’area) e contestualmente abbiano aperto con buon esito la trattativa per il rinnovo di Thereau.
Ebbene, Galliani ad agosto ha fatto sapere a Campedelli che il ritorno di Paloschi non è solo nell’aria ma che di fatto sarà chiesto e ottenuto dal Diavolo se non a gennaio certamente a giugno. Insomma, pare il ragazzo di Chiari (Brescia) abbia finalmente convinto la sua ex dirigenza.
L’interrogativo vero è: quanto vale Pazzini a gennaio? Di certo vale un grosso sconto sul cartellino, considerando poi il risparmio sull’ingaggio, e sia la Samp che la Roma (che ha ancora l’incognita Destro da verificare in questi mesi) sono pronte a farci un pensierino. Lui, dopo Inter e Milan, vorrebbe soltanto giocare. E le due piazze citate sopra sarebbero ad hoc in questo senso, una più romantica e l’altra più stimolante.
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