Il Tempo (T. Carmellini) – Alzi la mano il romanista che, tre mesi fa, non avrebbe firmato una cambiale in bianco per avere anche uno solo dei colpi giallorossi dell’estate. E invece i silenziosissimi Friedkin hanno messo nelle mani di Mourinho (bravissimo anche lui a trasmettere fiducia e stimolarli nel modo giusto) una Roma davvero molto competitiva: spendendo poco, alzando chiaramente il monte ingaggi, ma piazzando bene quasi tutti gli esuberi.
Inutile tornare sul colpo Dybala che ha fatto tornare in mente al popolo giallorosso vecchi brividi legati all’arrivo di Batigol, così come provare a spiegare ai meno addentro ai lavori cosa è significato bissare quell’acquisto con il tesseramento di Wijnaldum: l’uomo al quale Mou è pronto a consegnare le chiavi della sua Roma una volta smaltito il brutto infortunio che lo ha visto protagonista subito dopo l’esordio ufficiale (perché la sfiga a Roma non va mai in ferie).
Poi innesti di qualità assoluta, di quelli che fanno meno rumore ma si sentono eccome in mezzo al campo: Matic su tutti, ma anche Celik pronto a prendere il testimone da Karsdorp sulla fascia esterna del campo e Belotti in extremis per avere un’altra scelta offensiva.
E poi conferme importanti che consolidano una rosa in grado di alzare drasticamente l’asticella delle ambizioni in questa stagione appena iniziata: il rientro di Spinazzola, la conferma di Zalewski, ma anche Smalling e Cristante. Il tutto perdendo “solo” Mkhitaryan (unico titolare vero) e Veretout che Mou aveva spesso fatto accomodare in panchina.
Ma il vero colpo, al netto del recente infortunio alla spalla, è stato riuscire a trattenere Zaniolo in giallorosso. Nicolò può dare lo strappo, quel surplus fisico in più che serve a questo gruppo partito a testa bassa e che si ritrova dopo quattro giornate in vetta alla classifica di serie A.