L’importante è non illudersi. Virtualmente l’inseguimento al podio del ranking Uefa è ripartito, ma la strada è lunga. Lunghissima. Pur con l’ultimo, irripetibile, turno di coppe, sei successi su sei, cioè un coefficiente netto di due punti, la Germania è ancora lontana: quasi 12 lunghezze sopra, anche se a fine stagione le sarà «tagliato» il vantaggio di quattro punti del 2011. Ci vorrebbero altre giornate sempre così, da qui alle finali, per colmare la distanza. Impossibile per quest’anno, più difficile della «manita». In futuro, chissà.
RIMONTA Qualcosa infatti si sta muovendo e, allo stesso tempo, qualche grande mostra le crepe. L’Inghilterra, per esempio, fa meno paura di una volta (tre anni fa la Fiorentina non avrebbe liquidato così il Tottenham), anche se il recente e ricchissimo contratto televisivo consentirà presto a tutti i club di Premier un mercato senza confronti. La Germania non fa sfracelli, ma tiene. La Spagna vola con Real e Barcellona che da sole fanno ranking e fatturato. Ma la notizia più importante è che le italiane hanno vinto i tre confronti diretti con le rivali (Borussia Dortmund, Athletic Bilbao, Tottenham): era una vita che non succedeva. Infatti nel ranking stagionale siamo addirittura al secondo posto dietro alla Spagna. Una spinta psicologica oltre che aritmetica. Quello che però assegna i posti è il ranking assoluto: qui stiamo ancora recuperando i due anni di crisi post-Triplete interista. E quindi le italiane in Champions League restano tre fino al 2016- 17, aspettando gli esiti dell’Europa League che da quest’anno qualifica la vincente alla Champions.
CLUB SU Migliora anche il ranking dei club in prospettiva dei sorteggi: l’italiana più in alto è la Juve (20a), seguita da Milan (21°), Inter (22a) e Napoli (23°), quindi Lazio (38a), Roma (46a) e le altre: non male, in prospettiva sorteggi della prossima stagione. A parte i campioni d’Italia che, con il nuovo regolamento, saranno testa di serie di diritto in Champions. Si può dire: il trend sembra essersi invertito. È già qualcosa.
La Gazzetta dello Sport – F.Licari