Il Giornale (J.Granzotto) – Quando c’era il barone Nils Liedholm ogni aversario era difiscile. E così quando non vincevi era normale. Succedeva. Nel calcio di oggi, tutto comunicazione, ci sono guasconi come Rudi Garcia che se la rischiano. E se gli dice male, peggio per loro. Aveva detto che il Verona si batte tranquillamente, e così non è stato. É bastata la prima dei giallorossi per capire alcune cose. Che Szczesny è meglio di De Santis, che la Juve anche quest’anno farà la Juve, che Totti e Pjanic faranno panchina e che Salah, il «Messi d’Egitto» è solo d’Egitto. Quanto al compagno di reparto, Dzeko, è forte, ma solo fisicamente. Uno così fa la differenza relativa e al City se ne sono accorti in tempo utile per rifilarlo alla Roma. Hanno tutti e due, Dzeko e Salah, l’alibi del campione incompreso che qui funziona. Tanto gli altri, da Mourinho in giù, di football non capiscono un tubo.
Torniamo all’anticipo che ha aperto con un clamoroso 1-1 la stagione 2015-16 della serie A, quella che ci porterà agli Europei della riscossa di Antonio Conte. É un auspicio, naturalmente. La Roma parte col sorpresone Gervinho al posto di Iago Falque a supporto dei nuovi Dzeko e Salah. Con l’ivoriano in palla è ufficialmente Genova per Iturbe e per Sabatini una bella minusvalenza da risolvere. Dall’altra parte, Luca Toni è il solito gigante: sbuffa come una locomotiva arrugginita senza vedere un pallone. Anzi no, uno lo becca. E lo porge, nel primo tempo, gentilmente nelle mani del portiere giallorosso. Su ogni palla alta è grecoromana, ma è il bello di Toni.
La partita si sblocca al quarto d’ora della ripresa: bell’assist di Hallfredsson, Jankovic da dentro l’area piccola deposita in rete comodamente. Verona in vantaggio meritato. Match che viene subito riacciuffato dalla Roma. Cinque minuti dopo Florenzi, l’italiano meno pubblicizzato, brucia Rafael con un tiro non irresistibile. Poco dopo la mezzora ci provano Sirigardi e Pjanic, al 41’Dzeko di testa non centra lo specchio ma nel finale Rafael si riscatta salvando prima su Pjanic (con l’ausilio del palo) e, nel recupero, su Nainggolan.
Finisce qui senza troppe emozioni. Al termine Florenzi prova a far finta di niente, del resto erano due anni che la Roma non partiva col piede sbagliato. Altro che striscia di vittorie. E oggi a Roma non si parlerà altro che del capitano in panchina, l’oltraggio supremo che indigna. «La prossima è contro la Juventus – dice Florenzi – ma non parliamo di scontro diretto. Siamo riusciti a tenere i più forti e a prenderne altri, quindi abbiamo tanta qualità per fare bene…».
Fare bene. Allo stadio Bentegodi di Verona si sono visti la bellezza di 26 lanci lunghi e una marea di falli tattici. Gioco effettivo pochino. Ma non si era detto che in serie A si comincia finalmante a giocare bene? La verità è che la Liga, almeno quella, è lontana anni luce.