La Repubblica (G. Cardone/M. Pinci) – Il telefono squilla di continuo, dormire è diventato più faticoso del solito. Da Roma a Londra, da Milano a Boston, tutti votano Antonio. Antonio Conte da Lecce: quella del 2016 promette di essere la sua estate, e mica soltanto per la valigia azzurra che porterà in Francia insieme a 23 calciatori con l’obiettivo di regalare all’Italia un Europeo che manca da quasi mezzo secolo. Il suo contratto, in scadenza al fischio finale del torneo, lo renderà a soli 47 anni uno dei pezzi più pregiati del mercato allenatori. Berlusconi lo insegue da anni, in Europa i fan aumentano. In mezzo lui, costretto a guardarsi dentro: la tentazione di tornare ad allenare un club è forte, ma non è l’unica strada. Sono tre le vie che lo allettano, solleticando la sua costante voglia di vincere: restare sulla panchina azzurra per i Mondiali, volare in Inghilterra, al Chelsea o accettare la sfida Roma. Delle attenzioni ricevute dal ct non poteva non accorgersi la Federcalcio, che da mesi insiste per convincerlo a portare la Nazionale alla coppa del Mondo. Pressing però disturbato dal telefono della sua casa torinese. Persino Roman Abramovich ha chiamato per affidargli la resurrezione del Chelsea. Sulla panchina di Stamford Bridge Conte s’immagina fin dal 2013: era lui il piano B del club inglese nel caso in cui Mourinho avesse rifiutato. La Premier League è l’obiettivo, i blues la squadra ideale per soddisfare l’ossessione di conquistare la Champions League. E ora che lo Special ha lasciato Londra e sogna Manchester (United), l’idea è di nuovo concreta. Hiddink (e Simeone) permettendo.
La concorrenza arriva dall’Italia. La Roma ha deciso di stiracchiare fino a giugno il rapporto ormai logoro con Garcia pur di non bruciarsi la chance di ottenere il sì di Conte: per i giallorossi è lui l’uomo ideale, impermeabile alle pressioni e alle tentazioni della capitale. I colloqui sono iniziati un anno fa, si parla di un altro incontro mercoledì scorso, poche ore prima del sanguinoso match perso con lo Spezia, favorito con una buona dose di casualità dalla presenza della Roma nell’hotel dei Parioli che ospitava il ct. Nella stessa sala il ds Sabatini, Conte e il team manager azzurro Oriali. Trigoria ha ottenuto da tempo il gradimento del ct azzurro alla destinazione romana. Non certo un impegno però.
Quale strada scegliere allora? L’ex tecnico juventino temporeggia, la Nazionale spinge per una risposta in tempi brevi. Nonostante i corteggiamenti di club, infatti, la convinzione di Tavecchio sulla possibilità di una permanenza in azzurro anche dopo l’estate continua a crescere: «Faremo di tutto per tenerlo», «Siamo fiduciosi sulla possibilità che rinnovi», «Ci sono buone chance di fare i Mondiali insieme», il climax dell’ottimismo. Il n. 1 della Figc vuole il sì di Conte e glielo ha ribadito in una cena cordiale la scorsa settimana nel ristorante dello Chef Cracco. E se un anno fa lui in occasione dei saluti natalizi arrivava a minacciare le dimissioni per quegli stage promessi e mai concessi, ora le cose sono cambiate. Intanto si tiene stretto l’anticipo della fine del campionato al 15 maggio che dovrebbe dargli più tempo da dedicare alla preparazione. Sempre che un’italiana in finale di Champions o Europa League non guasti i suoi piani. L’appuntamento per parlare del futuro con la federazione è fissato in primavera, marzo o aprile, in modo da definire i piani futuri prima della partenza per l’Europeo. Basteranno questi tre mesi per fargli passare la voglia di Champions?