Fabio Capello, in carriera allenatore di Roma e Real Madrid tra le altre, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport in occasione del match di Champions League che vedrà scontrarsi le due squadre. Queste le sue parole.
Capello, viste le ultime sconfitte, chi sta messo peggio?
“Forse il Real. Sta pagando il fatto di aver pensato che, anche senza Cristiano Ronaldo, avrebbe potuto fare risultato. Quando c’era lui avevano tutti paura ed erano più liberi gli altri. Poteva creare problemi in qualsiasi momento. Però attenzione: il Real ha tanta qualità e ha anche recuperato Marcelo e Carvajal. Solari in panchina non è un azzardo, i dirigenti non decidono per simpatia, anche se ci deve essere un gruppo di giocatori ascoltato dal presidente. Comunque non baderei tanto all’ultimo k.o., penserei soprattutto a ciò che fanno bene e male. Lo sapete, a difendere in area di rigore non sono molto bravi, anche se Courtois come portiere dà qualche sicurezza in più. Per la Roma è diverso. A Udine per me ha giocato una buona gara. Certo, ho sentito Di Francesco che ha parlato del grande possesso palla, ma quelle cose non contano più niente. Non lo fa più neanche il Manchester City, noi invece siamo ancora rimasti a quella masturbazione del pallone. Una cosa però ho visto: quando è entrato Dzeko, è cambiata la squadra”.
Mancherà De Rossi: non è paradossale che la Roma sia ancora appesa alla salute di un campione di 35 anni?
“Ci sono giocatori che fanno la differenza. L’ha fatta Totti prima, ora la fa Daniele. I giovani devono prima capire gli obiettivi. Vanno aiutati, ma è ovvio che, pensando ai risultati dell’anno prima, la gente faccia paragoni. È giusto. Sono i risultati che contano”.
Che margine ha un allenatore per poter dire di no davanti a tante cessioni?
“Un tecnico fa una lista di giocatori per ruolo: 1°, 2° e 3°. Poi in base alle possibilità si decide insieme, ma non si può opporre. Certo, se va via uno devi portarne un altro dello stesso valore, magari più giovane, altrimenti la squadra s’indebolisce. L’allenatore cerca di migliorare il gruppo in base al progetto della società. Purtroppo non sempre riesce perché alcuni hanno bisogno di tempo, ma magari fra 3-4 mesi si parlerà in modo diverso di giocatori che finora non convincono. Del resto c’è tempo per tornare tra le prime 4 in campionato. E con Eusebio allenatore”.
La sua Roma batterebbe la Juve attuale?
“In quegli anni quello italiano era il campionato più difficile del mondo. I più grandi venivano in Italia e il livello era altissimo. Credo di averle già risposto. Ora facciamo festa perché Cristiano Ronaldo è arrivato in Serie A a 33 anni. Brava la Juve, ma ci sarà un motivo perché vincono 7 scudetti di fila con vantaggi enormi. Prima era tutto combattuto”.
Come finisce all’Olimpico?
“Noi soffriamo quando le spagnole tengono palla, ma la Roma l’ho vista bene fisicamente, e questo conta. Io ho fiducia nel fatto che possa fare un’ottima partita e anche vincere”.