«Parnasi non ha offerto alcun contributo all’indagine». Non poteva essere più netto il giudizio del gip Maria Paola Tomaselli a proposito dell’interrogatorio a cui si è sottoposto l’imprenditore romano. Eppure, pur non avendo mai parlato di «collaborazione», solo un paio di settimane fa la procura si era detta soddisfatta delle sue ammissioni, tanto da depositare un parere favorevole per i domiciliari subito dopo l’interrogatorio durato quasi un giorno intero. Come riporta Il Messaggero, il gip invece giovedì ha respinto la richiesta, con un provvedimento di sei pagine pieno di perplessità. Il costruttore, scrive il gip, ricorda persino meno del suo consulente Luca Caporilli: «Desta notevole perplessità la circostanza che sulla vicenda in oggetti il Parnasi, promotore del sodalizio, abbia una conoscenza meno puntuale di quella del suo collaboratore». Sono alcuni punti specifici a non convincere il giudice. Ad esempio, la rete di relazioni che secondo le accuse avrebbe usato per far annullare il vincolo urbanistico. Carenti anche le dichiarazioni sull’ex assessore regionale Michele Civita, al quale lo stesso gip aveva deciso di concedere il semplice obbligo di firma subito dopo l’interrogatorio di garanzia: «Nulla ha riferito di significativo in ordine alla sua relazione con il Civita, limitandosi ad affermare la stima nutrita nei confronti dell’uomo politico che ha dichiarato di avere sempre sostenuto con il solo voto, in assoluto contrasto con quanto riferito da Caporilli e da quanto con evidenza emerge dalle conversazioni oggetto di captazione».