La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Quando arrivò a Roma per la prima volta, nel 2014, fu proprio De Rossi a tendergli la mano. Oggi, dieci anni dopo, la storia è più o meno la stessa, con De Rossi che lo riempie di consigli e lui che sotto la sua gestione sembra davvero rinato. Anche perché in questa Roma Paredes fa proprio un po’ il De Rossi che aveva conosciuto sul campo: regista arretrato, primo costruttore di gioco, spesso anche terzo di difesa, soprattutto in fase di impostazione.
“Daniele parla tanto con noi, con lui ho sempre avuto un bel rapporto, anche quando giocava. E oggi che è il mio allenatore cerco di seguirlo per migliorare”, dice Leo. Già, lui che gioca con la maglia numero 16 proprio in onore di De Rossi. “Paredes sta migliorando negli aspetti dove gli chiedo di migliorare – ha detto l’allenatore della Roma – Non perdiamo tempo a parlare della gestione del pallone, anche se pure lì ci sono cose un po’ diverse che gli sto chiedendo rispetto alle sue abitudini: giocare più verticale e più veloce”.